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Rivarolo

Una piazza e una via per l'ex parroco e l'ex sindaco

La decisione dell'amministrazione di Alberto Rostagno per omaggiare due figure importanti nella storia rivarolese

I nomi di due grandi personaggi che per Rivarolo hanno fatto tanto impressi nella toponomastica cittadina. L'idea è dell'amministrazione di Alberto Rostagno, sindaco di Rivarolo Canavese, che ha deliberato assieme alla sua Giunta l'intitolazione di una piazza e di una via a Don Luigi Mabrito e a Giuseppe Ponchia.

Don Luigi fu parroco della Chiesa di San Giacomo Apostolo, mentre Giuseppe Ponchia fu amministratore comunale per diversi mandati; ricoprì i ruoli di assessore al bilancio, Vicesindaco e Sindaco del Comune di Rivarolo Canavese dal 1970 al 1975.

A Luigi Mabrito verrebbe intitolato lo slargo adiacente alla Cappella della Consolata e compreso tra Via Trieste e la strada di accesso all’Urban Center “Il Gigante”, mentre a Ponchia verrebbe intitolata la porzione di Allea compresa tra Corso Italia e Piazza Aldo Aimone-Chioratti.

La biografia di Don Luigi Mabrito

Luigi Mabrito è nato a Vidracco il 23 febbraio del 1931. A 16 anni, nel '47, entra nel Seminario maggior di Ivrea ed viene ordinato sacerdote il 27 giugno 1954 da Monsignor Paolo Rostagno, nella chiesa di San Nicola a Ivrea. È viceparroco nelle parrocchie di Agliè, Borgofranco, San Salvatore di Ivrea e infine a Rivarolo nella parrocchia di San Giacomo a partire dal luglio 1962.

Dopo la morte di don Giovanni Capirone fu nominato dal Vescovo di Ivrea Monsignor Luigi Bettazzi Arciprete di San Giacomo facendo solenne ingresso il 22 dicembre 1968. Come parroco di San Giacomo è presidente di diritto della Casa di Riposo di Rivarolo e diventa, nel 1992, presidente della Charitas cittadina.

"Oltre ad un'azione pastorale molto incisiva - si legge nella biografia ufficiale pubblicata sul sito del Comune - con particolare attenzione ai problemi sociali, al disagio delle fasce deboli, al vissuto delle persone che sapeva incontrare e accogliere con umanità ed empatia, si ricorda di lui l'azione di salvaguardia e di valorizzazione del patrimonio della parrocchia con gli importanti lavori di manutenzione alla chiesa parrocchiale, all'oratorio e alle varie cappelle diffuse nella frazioni".

Inoltre, "come presidente della Casa di Riposo ha voluto una serie di lavori di ristrutturazione e adeguamento della struttura, attento a soddisfare nel migliore dei modi le esigenze degli anziani ospiti". Infine, Don Luigi Mabrito ha ricoperto diversi incarichi importanti a livello diocesano. È morto a Vidracco l'8 febbraio 2007.

La biografia di Giuseppe Ponchia

Giuseppe Ponchia nasce il 6 maggio del 1923 a Trino Vercellese, centro dove era stato destinato il papà Francesco, avvocato di formazione cattolica, sostenitore del partito popolare. È allievo dell'istituto Quintino Sella di Torino, dove si diploma in ragioneria. A Rivarolo si svolge tutta la sua intensa attività professionale e politica: è addetto all'ufficio commerciale e vendite della Salp, l'azienda della famiglia Cuccodoro, dove dà vita a un centro di addestramento professionale che annualmente prepara 300 allievi.

Per circa un anno, dopo la Liberazione, è segretario della camera del Lavoro di Rivarolo; in precedenza dà vita al circolo Acli. Per i suoi meriti nel campo dell'istruzione professionale, l'Unione industriale e l'Amma di Torino gli conferirono il premio Conte Gian Carlo Camerana.

Segretario della sezione della Democrazia Cristiana rivarolese dal 1952 al 1956, entra nella segretaria provinciale democristiana occupandosi sempre di scuole e istruzione professionale. Nelle elezioni amministrative del 1960 viene eletto consigliere provinciale con 18mila voti su 33mila elettori.

Assessore al bilancio e vicesindaco di Rivarolo, nel 1970 viene eletto sindaco, incarico che svolge per cinque anni, mantenendo anche le deleghe al bilancio e al lavoro. Appassionato di musica, nel 1972 fonda la Corale Rivarolese, oggi Coro polifonico Città di Rivarolo. 

Si è spento il 26 maggio del 2007 a 84 anni. "Ponchia - si legge nella biografia depositata all'albo pretorio - è una di quelle figure che in città ha lasciato un segno indelebile, vuoi nel suo ruolo di 'ragioniere di ferro' in Comune, vuoi per il suo impegno e favore dei giovani che ricercavano un'occupazione stabile e qualificata".

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