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CANDIA CANAVESE

La "Vendemmia di Sileno" del valore di 400 mila euro trafugata da una villa a Pasqua

Apparteneva all'antiquario Giovanni Pilone che lo custodiva nelle sale della sua abitazione

La "Vendemmia di Sileno" del valore di 400 mila euro trafugata da una villa a Pasqua

La Vendemmia di Sileno era in una villa di Candia

Dalla villa di Candia Canavese dell'antiquario Giovanni Pilone, 87 anni, da tempo ricoverato in una casa di cura, qualcuno ha trafugato il quadro «La vendemmia di Sileno», un olio su tela che risale al 1600 dalle dimensioni di due metri per tre.

GIOVANNI PILONE oggi ha 87 anni ed è ricoverato in una casa di cura 

Il furto è stato scoperto il pomeriggio di Pasqua da un vicino di casa, che ha allertato il figlio di Giovanni Pilone, Luigi, che vive ad Asti. 

Un colpo portato a termine nella villa in via Ivrea 48, una casa antica, immersa nel verde e con una spettacolare vista sul lago, ma priva di antifurto o qualsivoglia sistema di protezione dai ladri.

Secondo gli inquirenti, potrebbe trattarsi di un furto su commissione anche perché, da una prima stima, sembra che i ladri non abbiano preso altri oggetti di valore.

Il colpo è avvolto dal mistero per la dinamica e per il valore dell'opera. Il figlio ha presentato denuncia ai carabinieri di Caluso, che indagano. Oltre a cercare gli autori del colpo messo a segno, gli uomini dell'Arma hanno avviato verifiche anche per capire se quel quadro dal valore stimato di 400 mila euro trafugato dalla villa, sia effettivamente l'opera di Jan Roos, il pittore fiammingo naturalizzato in Italia,  conosciuto anche con il nome italianizzato di Giovanni Rosa e scomparso a Genova nel 1638.

La tela, infatti, sarebbe un un quadro gemello, sempre intitolato «La vendemmia di Sileno» è esposto al museo Palazzo Bianco a Genova, donato nel 1985 al museo dalla collezionista Maria Luisa Ottazzi.

PALAZZO BIANCO a Genova

LA VILLA DEL GRANDE GATSBY

I candiesi conoscono molto bene la villa di via Ivrea 48. Acquistata da Pilone e la moglie verso la fine degli anni Settanta, era stata completamente ristrutturata, allargata. 

Negli anni Ottanta e Novanta, periodo di massimo splendore della residenza, si racconta che ci fossero feste quasi tutte le sere. Le finestre che affacciano sul lago, sempre illuminate, la musica si diffondeva lungo le sponde del lago. Balli, e divertimento. 

"Quando terminarono i lavori di ristrutturazione - racconta il sindaco Mario Mottino - Pilone e la moglie invitarono tutti i vicini di casa. Fu una grande festa. In quell'occasione ebbi la possibilità di rivedere quella casa che era stata venduta loro da un mio parente emigrato in America. La conoscevo molto bene perché da piccolo andavo spesso con i miei nonni. L'avevano ingradita. Era diventata molto più spaziosa ricavando vari saloni oltre alle numerose camere".

In quegli anni di sfarzo, i Pilone avevano affidato ad un'agenzia alcuni saloni della villa e il parco, che venivano utilizzati come location per matrimoni.

"Conosco bene quella villa - continua il sindaco Mottino - e mi domando come potesse esservi custodita un'opera d'arte di così grande valore senza alcuna protezione. Chiunque poteva entrarvi. E già lo scorso anno c'erano stati i ladri. Pilone, da anni, da ottobre ad aprile, andava a svernare a Roma dalla figlia e la villa restava completamente disabitata per mesi. Adesso, invece, è addirittura in una casa di cura".

"Di quel quadro non sapevo assolutamente nulla - termina Mottino - mi sembra solo assurdo che potesse essere lì desntro esposto alla mercé del primo male intenzionato".

L'ANTIQUARIO E ATTORE

Ma chi è l'antiquario di Candia Giovanni Pilone? Tra gli anni '70 e '80 aveva lavorato come figurante e comparsa in fiction e film. Nei film Rasputin e il Mistero di Dante, entrambi di Louis Nero, Pilone aveva impersonato nel primo il taumaturgo Monsieour Philippe, predecessore di Rasputin e, nel secondo un dannato che viene dato alle fiamme.

Pilone vanta anche una partecipazione in The broken key con Franco Nero e Christopher Lambert.

Molte, poi, le comparsate fatte nelle fiction prodotte negli studi cinematografici di San Giorgio Canavese dove spesso era in fila per ottenere una parte come comparsa.

LA FACOLTOSA MOGLIE

Giovanni Pilone è rimasto vedovo alcuni anni fa. La moglie era una Crosetto, nipote di quel Lorenzo Crosetto, impresario edile di San Mauro Torinese, vittima di un rapimento a scopo di estorsione. Venne rapito la sera del 3 luglio del 1981 mentre giocava a scopa nel bar ristorante Ponte Barra, in Corso Casale 238 a Torino. Venne portato via con la forza da tre uomini e caricato su una 128 bianca.

L'IMPRESARIO LORENZO CROSETTO rapito dall'anonima sequestri, era zio della moglie di Giovanni Pilone

Il suo corpo venne ritrovato due anni dopo, nel giugno del 1983 nella fossa di Sessant vicino ad Asti. 

Era morto un mese e mezzo dopo il rapimento, esaurito dagli stenti  e dal calore, nascosto in una baracca di lamiera nelle campagne di Asti. I rapitori riuscirono comunque ad incassare il riscatto da 672milioni richiesto, poi non si fecero più sentire.  E dopo due anni il cadavere venne ritrovato.

L'impresario e costruttore, con la sua azienda realizzo, tra le altre strade, la Torino - Saint Vincet, la superstrada per Caselle e parte della stessa pista dell'aeroporto, la tangenziale di Moncalieri.

FURTI DI OPERE D'ARTE: I PRECEDENTI IN ITALIA E NEL MONDO

Il furto di opere d'arte è un fenomeno che affligge il mondo dell'arte da molti anni, con numerosi casi che hanno fatto la storia del crimine internazionale. Tra questi, ci sono alcuni furti che sono diventati leggendari per il valore delle opere sottratte e per le circostanze in cui sono avvenuti.

In Italia, uno dei più famosi furti di opere d'arte è sicuramente quello avvenuto nel 1992 nella Galleria degli Uffizi a Firenze. In quella occasione, un gruppo di ladri riuscì ad entrare nella galleria e a rubare tre opere di valore inestimabile: la Madonna col Bambino di Filippo Lippi, il Ritratto di Donna di Botticelli e il Tondo Doni di Michelangelo. Gli autori del furto furono successivamente identificati e le opere furono recuperate, ma l'episodio rimane uno dei più clamorosi nella storia dell'arte italiana.

IL TONDO DONI

Anche all'estero ci sono stati furti di opere d'arte che hanno fatto la storia. Tra questi, uno dei più famosi è quello avvenuto nel 1911 al Museo del Louvre di Parigi, dove fu rubata la Gioconda di Leonardo da Vinci. L'opera fu sottratta da un impiegato del museo che riuscì ad uscire dal museo con la tela nascosta sotto i vestiti. Dopo due anni di ricerche, la Gioconda fu ritrovata in Italia e restituita al Louvre.

LA GIOCONDA

Altro episodio che ha fatto scalpore è il furto del 1990 alla Isabella Stewart Gardner Museum di Boston, negli Stati Uniti. In quell'occasione, un gruppo di ladri mascherati riuscì ad entrare nel museo e a rubare tredici opere d'arte di valore inestimabile, tra cui dipinti di Vermeer, Rembrandt e Manet. Le opere non sono mai state recuperate e l'episodio è ancora oggi uno dei più grandi furti d'arte nella storia degli Stati Uniti.

Il mondo dell'arte ha anche assistito a furti spettacolari, come quello avvenuto nel 2002 a Rotterdam, nei Paesi Bassi. In quella occasione, un gruppo di ladri entrò nel Museo Van Gogh e sottrasse venti opere dell'artista olandese, tra cui alcuni dei suoi capolavori. Le opere furono successivamente ritrovate in un'auto abbandonata fuori dalla città, ma l'episodio ha comunque suscitato grande preoccupazione nella comunità artistica internazionale.

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