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Il caso
07 Aprile 2023 - 15:23
manifestazione
Se ne discuterà nel Consiglio Comunale di mercoledì pomeriggio di Leinì ma l’idea è già molto chiara: multare chi discrimina la comunità lgbt+.
È tutto scritto in una mozione presentata dalla consigliera di minoranza Gabriella Leone.
“Il Parlamento europeo, - spiega Leone - nel gennaio 2006, invita gli Stati membri ad intraprendere qualunque azione essi ritengano opportuna per lottare contro l’omofobia e la discriminazione basata sull’orientamento sessuale, nonché per applicare il principio di parità quale parte integrante delle rispettive società e dei rispettivi ordinamenti giuridici. La risoluzione, pertanto, propone agli Stati membri i seguenti strumenti di intervento: intensificare la lotta contro l’omofobia, sia con mezzi didattici sia attraverso strumenti amministrativi, giudiziari e legislativi; garantire che le dichiarazioni inneggianti all’omofobia o le istigazioni alla discriminazione siano condannate con la massima efficacia e che la libertà di manifestazione – sancita da tutti i trattati sui diritti dell’uomo – sia concretamente rispettata; includere la lotta contro l’omofobia al momento di stanziare i fondi e impegnandosi a coinvolgere le ONG di gay, lesbiche, bisessuali e transessuali”.
La consigliere di minoranza a Leinì, Gabriella Leone
Gli interventi di natura legislativa esposti dal Parlamento europeo, naturalmente, devono essere recepiti dagli Stati e contengono specifiche previsioni a favore delle persone LGBT, il rispetto dei diritti e della dignità di queste persone e la parificazione di diritti in materia familiare e di accesso al matrimonio.
Leone, dunque, parla della “necessità di contrastare le discriminazioni fondate sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere e di individuare specifici interventi volti a prevenire e contrastare l’insorgere di fenomeni di violenza e discriminazione fondati sull’orientamento sessuale e sull’identità di genere, pur salvaguardando in ogni caso, la libera espressione di convincimenti od opinioni nonché le condotte legittime riconducibili al pluralismo delle idee o alla libertà delle scelte, purché non idonee a determinare il concreto pericolo del compimento di atti discriminatori o violenti”.
Per fare questo immagina una vera e propria legislazione locale che prevede 5 articoli.
1) “È fatto assoluto divieto, su tutto il territorio comunale, ivi comprese piattaforme online e profili attinenti al territorio, di avviare azioni di propaganda di idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale o etnico, istigazione a delinquere e atti discriminatori e violenti per motivi razziali, etnici, religiosi o fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere o sulla disabilità; 2) è vietata ogni organizzazione, associazione, movimento o gruppo avente tra i propri scopi o azioni l’incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali, religiosi o fondati sul sesso, sul genere, sull’orientamento sessuale, sull’identità di genere o sulla disabilità; 3) è istituita la Giornata contro l’omobitransfobia nella giornata del 17 maggio di ogni anno in occasione della Giornata Mondiale contro l’omobitransfobia. In occasione di tale giornata l’amministrazione comunale e l’Ente si impegnano alla realizzazione di iniziative di sensibilizzazione su tali temi in tutto il territorio di competenza. 4) In caso di inosservanza dei divieti ai punti 1) e 2) e salvo che il fatto non costituisca più grave reato, “Chiunque non osserva un provvedimento legalmente dato dall’Autorità per ragioni di giustizia o di sicurezza pubblica, o di ordine pubblico o di igiene, è punito, con l’ammenda di 500 euro”. 5) I fondi recuperati con tale ammenda saranno utilizzati per la costituzione in bilancio di un fondo di prevenzione contro l’omobitransfobia”.
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