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Economia
07 Aprile 2023 - 10:40
Euro
Una bella notizia. L’indagine congiunturale, realizzata a marzo da Unione Industriali Torino e Confindustria Piemonte, con le valutazioni di quasi 1.100 imprese registra un sensibile miglioramento del clima di fiducia, spiegato in particolare dall’inversione di tendenza del comparto manifatturiero.
Per quanto riguarda ordini e produzione, il saldo tra previsioni di aumento e riduzione migliora di circa 17 punti percentuali rispetto a dicembre, attestandosi su valori tipici delle fasi di espansione.
Si rafforzano in misura considerevole le previsioni occupazionali. Nella manifattura la percentuale di utilizzo della Cassa integrazione scende al 7,8%, vicino ai minimi storici; nei servizi il ricorso agli ammortizzatori sociali è del tutto trascurabile (2,0%). Gli investimenti si mantengono intorno al 30% delle aziende.
Un quarto delle imprese ha un portafoglio ordini di oltre 6 mesi, in aumento rispetto ai mesi scorsi.
A livello settoriale, le valutazioni delle imprese manifatturiere, a dicembre decisamente prudenti, si allineano a quelle delle imprese dei servizi. Il valore degli indicatori è praticamente identico. In particolare, nel manifatturiero le prospettive si rafforzano in quasi tutti i settori. I comparti manifatturieri che esprimono le valutazioni più favorevoli sul prossimo trimestre sono industrie varie (gioielleria, ecc.), chimica, edilizia e impiantisti, automotive, industria elettrica, prodotti in metallo, macchinari e apparecchi. Per quanto riguarda il comparto dei servizi, in tutti i comparti i saldi perdono qualche punto rispetto a dicembre ma si mantengono ben al di sopra del punto di equilibrio.
Nel dettaglio
Per il secondo trimestre del 2023, il 25,4% delle aziende prevede un aumento dei livelli di attività, contro il 9,8% che si attende una diminuzione. Il saldo ottimisti-pessimisti è pari a +15,6% (era +4,0% a dicembre).
Il 21,1% prevede un aumento dell’occupazione, contro il 4,5% che ne prevede la riduzione, e un saldo ottimisti-pessimisti pari a +16,6% (era 9,9% la scorsa rilevazione). Trend positivo anche per gli ordinativi, con un saldo del +14,9% e un aumento di 13,5 punti percentuali rispetto alla scorsa rilevazione.
Tornano a crescere le aspettative sull’export, con un saldo ottimisti-pessimisti pari a +3,0%, probabilmente grazie al rallentamento dei costi delle materie prime energetiche e di conseguenza della logistica.
Buono il livello degli investimenti, che interessano oggi il 28,4% delle rispondenti (era il 27,0% a dicembre).
Cala ulteriormente il ricorso alla cassa integrazione, che interessa ora il 6,1% delle imprese. Stabile il tasso di utilizzo di impianti e risorse, tornato sui valori medi di lungo periodo (80%). Resta ampia la forbice tra le imprese medio-grandi (oltre 50 dipendenti), più ottimiste sui livelli produttivi (saldo +21,4%) e le più piccole (sotto i 50 addetti), che registrano un saldo di 8 punti inferiore (+13,2%).
Si assestano gli aumenti dei prezzi, rispetto al 2022: il 31,9% delle aziende del campione prevede aumenti nei prezzi delle commodity nei prossimi tre mesi (la percentuale registrata a dicembre era del 56,1%). Il 22,4% si aspetta ulteriori ancora aumenti energetici (era il 66,6%), mentre il 30,3% teme la salita dei costi di logistica e trasporti (era il 61,2%).
Canavese meglio di tutti
A livello territoriale, si osserva un miglioramento superiore alla media regionale per Canavese, Torino, Asti e Novara, con saldi sulle previsioni di produzione rispettivamente del +30,2%; +22,8%; +18,9% e +18,3%. Seguono Cuneo, Verbania, Biella e Alessandria con salti del +13,6%, +12,5%, +12,2% e 11,5%. Unica provincia con segno negativo è Vercelli, che registra un -1,1%, comunque in miglioramento rispetto al -9,6% della scorsa rilevazione.
Nel manifatturiero, si registra un marcato miglioramento delle attese, rispetto a dicembre, con saldi che passano dal -1,9% a +15,5% per la produzione.
I saldi ottimisti-pessimisti per ordinativi e occupazione sono pari a +12,6% e -14,9% (erano -4,5% e +7,7% a dicembre). Il saldo dell’export torna positivo (+4,9%, da -2,3%)
Bene gli investimenti, che interessano il 29,5% delle aziende, in salita rispetto al 28,3% di dicembre. Stabili il tasso di utilizzo delle risorse (78%), mentre scende ancora il ricorso alla CIG, che riguarda oggi il 7,8% delle imprese.
A livello settoriale, le attese della metalmeccanica (+15,7% il saldo ottimisti-pessimisti) migliorano sensibilmente rispetto al primo trimestre (+3,2%), con un ricorso alla CIG da parte del 7,0% delle aziende; gli investimenti del comparto interessano il 31,9% delle rispondenti. In particolare, si segnala la performance positiva del comparto automotive (+31,0%), industria elettrica ed elettronica (+19,0%) e macchinari e apparecchi (+15,3%).
Tra gli altri settori manifatturieri si segnala il buon andamento di edilizia e impiantisti (+33,3%), manifatture varie (-24,7%), chimica (+19,0%), alimentare (+13,5%), tessile (12,3%). Più prudenti, ma positive, gomma-plastica (+8,9%) e legno (+6,7%).
Nei servizi il clima di fiducia resta stabilmente positivo rispetto a dicembre. Il saldo relativo ai livelli di attività è pari al 15,8% (era 17,9% la scorsa rilevazione), quello relativo agli ordinativi è pari a +20,5% (da +15,7%), quello sull’occupazione è pari +20,8% (era 15,1%). Gli investimenti crescono leggermente (25,7%), stabile il ricorso alla CIG (2,0%). Resta alto il tasso di utilizzo delle risorse (85%).
A livello settoriale, le attese delle aziende del terziario sono positive in quasi tutti i comparti, con saldi pari a +27,0% per i servizi alle imprese, +20,9% per l’ICT, 14,0% per gli altri servizi, +12,0% per i trasporti. Più caute le attese per commercio e turismo (+4,4%) e utility (-5,6%).
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