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04 Aprile 2023 - 11:14
In Italia l'errore commesso dal medico rischia di essere sanzionato penalmente, come accade solo in altri due Paesi: Polonia e Messico. Una situazione che spinge i camici bianchi verso la cosiddetta 'medicina difensiva', ovvero l'eccesso di prescrizione di esami o prestazioni proprio per timore di incorrere in contenziosi legali.
Una 'stortura' che il ministro della Salute, Orazio Schillaci, ha annunciato di voler ora eliminare: "Agiremo per depenalizzare la responsabilità medica, tranne che per il dolo, e mantenendo solo quella civile".
La svolta è molto attesa dalla categoria ma anche necessaria per la sostenibilità del Servizio sanitario nazionale. La medicina difensiva, infatti, incide sulla sanità pubblica per circa 10 miliardi l'anno, ed ha come conseguenza anche quella di ingolfare ulteriormente le già lunghe liste di attesa per esami e prestazioni.
Da qui la decisione di Schillaci: "Le lunghe liste di attesa nella sanità - ha spiegato in un'intervista a Libero - sono anche dovute al fatto che vengono prescritti troppi esami inutili, c'è un eccesso di medicina difensiva. Il medico, per evitare cause e guai con la giustizia, eccede a volte negli esami da far fare. Per questo agiremo depenalizzando la responsabilità medica, tranne che per il dolo, e mantenendo solo quella civile".
Inoltre, ha aggiunto, si lavora a delle linee guida "con criteri chiari su quali esami prescrivere e quando". Un annuncio accolto con favore dai sindacati medici.
"Bene il ministro in merito alla depenalizzazione della responsabilità medica: solo in Italia, Polonia e Messico l'errore medico rischia di essere sanzionato penalmente - commenta Guido Quici, presidente del sindacato dei medici Federazione Cimo-Fesmed -. Si tratta di un intervento che chiediamo da tempo e che reputiamo essenziale per ridare maggiore serenità ai medici e per ridurre il ricorso alla medicina difensiva. Ora bisogna lavorare rapidamente al provvedimento".
Sulla stessa linea il segretario della Federazione italiana dei medici di medicina generale (Fimmg) Silvestro Scotti, secondo il quale tale modifica va fatta "il prima possibile, proprio per normalizzare l'accesso alle prestazioni nella sanità pubblica".
Oggi, rileva. "ogni medico può essere denunciato dal paziente che ritiene di essere stato vittima di un errore da parte del sanitario in relazione alla terapia o alla gestione del caso, ed il medico può per questo essere condannato con una sanzione penale. Un recente studio Eurispes ha però rilevato che nel solo tribunale di Roma oltre il 70% delle cause in sede penale si conclude con l'assoluzione non comportando il coinvolgimento dei medici".
Accoglie con favore la proposta di Schillaci anche Pierino Di Silverio, segretario del maggiore sindacato dei medici ospedalieri, l'Anaao-Assomed: "Bene la proposta del ministro di depenalizzare l'atto medico, conditio sine qua non per ristabilire anche il ruolo sociale del medico e del dirigente sanitario che oggi viene interessato da 350.000 cause l'anno che giacciono nei cassetti della magistratura, ed il 97% delle stesse si traduce in un niente di fatto".
Ma l'Anaao va oltre: "Occorre prevedere pene per chi denuncia senza motivo il medico". La depenalizzazione comunque, conclude Di Silverio, "è il primo imprescindibile passo per rimettere al centro delle cure il paziente ed il medico, evitando una medicina difensiva che allunga i tempi di cura".
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