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Il caso
24 Marzo 2023 - 17:14
Taglialegna (immagine d'archivio)
Arriva dalla collina attorno a Torino una delle ultime amareggianti storie che coinvolge taglialegna, alberi secolari e tartufai.
Siamo a Cinzano Torinese, vicino all’ex polveriera, luogo dove circa una decina di giorni fa un tagliaboschi avrebbe deciso di abbattere due querce secolari da tartufo. Finito con la prima pianta, sembra che il taglio della seconda quercia non sia andato a buon fine, con l’albero che, durante le operazioni, è caduto sul taglialegna, tramortito dalla botta e portato velocemente in ospedale. Nel giro di poco, la zona è stata messa sotto sequestro dai carabinieri per degli accertamenti.
L’intera storia, comunque, è stata raccontata anche da Luca Bannò, consigliere di minoranza di Sciolze e presidente dell’associazione di tartufai Trifole e Trifolé. Qualche giorno dopo il fatto, Bannò si sarebbe recato a Cinzano per documentare con un video il taglio delle due querce secolari, clip poi postata su YouTube.
Un estratto dal video di Luca Bannò, consigliere di minoranza a Sciolze e presidente dell'associazione Trifole e Trifolè
“Il giorno dopo aver pubblicato il primo video, mi sveglio alle 7.30 del mattino con una chiamata da un numero che non avevo salvato in rubrica - spiega Bannò in un secondo filmato, sempre online su YouTube - a chiamarmi era proprio il taglialegna. Che mi ha intimato di rimuovere il primo video, dato che io ero entrato in una proprietà privata. Ecco, su quel terreno lì non ci sono né recinzioni né delimitazioni, con un cartello (che forse indicava che la zona non era di proprietà demaniale) caduto e a “faccia in giù”. Non c’era nessuno segno che quella fosse una proprietà privata”.
Dopo qualche minuto al telefono, il tagliaboschi avrebbe affermato che le due querce, ormai recise, non sarebbero state secolari. “La cosa è strana - spiega il consigliere sciolzese - nelle nostre tartufaie 10 anni fa abbiamo piantato delle roveri, che oggi hanno un diametro di 2 cm. Nel mio primo video si vedeva chiaramente come il diametro delle querce tagliate fosse di almeno 1 metro, quindi sicuramente gli alberi erano secolari”.
Ciò che resta di una delle due querce tagliate
Il taglialegna, poi, avrebbe anche aggiunto che le due piante in questione sarebbero state secche e malate. Curioso, tuttavia, il fatto che dopo l’incidente non sia arrivata sul posto la forestale (ma solamente i carabinieri), che avrebbe dovuto essere informata dal taglio, dato che per mettere mano a questi tipi di alberi servono dei permessi speciali.
“Nel momento in cui è diventato evidentemente che lui non avesse chiesto nulla a nessuno, ha cominciato a insultarmi e minacciarmi” conclude Bannò, ciliegina sulla torta.
Ogni anno, sulle colline del nostro territorio, vengono abbattute decine di querce secolari da tartufo; le piante più giovani nella maggior parte dei casi sono affette da malattie, motivo per cui, se i tagli continuassero, la generazione successiva alla nostra sarebbe privata di questo tipo di alberi.
“Noi tartufai non vogliamo fare la guerra a nessuno - aggiunge Bannò - anzi, invito questo tagliaboschi a chiamarci, questa volta con toni educati, per discutere un’ipotetica collaborazione. La nostra associazione lavora assieme ad un taglialegna: quando gli vengono assegnati dei terreni, lui ci contatta e ci chiede se ci siano degli alberi che non possono essere abbattuti. Un nostro delegato controlla la situazione e se ci sono piante secolari vengono lasciate lì dove sono. Azioni del genere, comunque, sono un problema: abbiamo infatti intenzione di chiedere un incontro per stabilire, con le autorità competenti, un canale diretto di controllo per evitare questi tagli indiscriminati”.
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