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Il caso

Dopo la Sagra del Grissino, la città dice addio anche al suo punto di commercio sostenibile

Lo stop arriverà a fine mese

Prodotti bio (immagine d'archivio)

Prodotti bio (immagine d'archivio)

Dopo la cancellazione della Sagra del Grissino, Gassino dice addio anche all’Alveare del Babe, iniziativa nata, in cooperazione con la Pro Loco, per favorire il commercio locale.

E adesso chi glielo spiega ai cittadini? Che nell’arco di una decina di giorni hanno perso sia una delle loro feste più sentite che uno dei punti di commercio sostenibile presenti in paese?

Ma partiamo dall’inizio. 

L’Alveare del Babe, in sostanza, è (tra qualche settimana dovremo dire “era”) un’idea nata per supportare il commercio locale, la sostenibilità e i prodotti a km0. “L’alveare è una rete di gruppo d’acquisto online che mira a sostenere la filiera corta e il commercio delle nostre zone - affermava qualche mese fa Valeria Bagnara, dal direttivo della Pro Loco di Gassino - in pratica c’è un portale online su cui sia fornitori che clienti si registrano. Agricoltori e produttori locali caricano il cibo che vogliono vendere e i clienti fanno la spesa online, prenotando quello che desiderano e poi passano a ritirarlo, dopo qualche giorno, nella nostra sede in via Dovis 1”

Insomma, un’iniziativa lodevole: innanzitutto green, perché permette di acquistare da casa senza doversi spostare, favorisce la filiera corta (quella che meno impatta sull’ambiente) e, soprattutto, un punto di commercio che si concentra sul locale, facendo girare quell’economia che per 2 anni è rimasta ferma. 

Alcune verdure in vendita all'Alveare del Babe

Sì, era tutto fin troppo bello. L’Alveare del Babe resterà aperto ancora per qualche settimana, e poi chiuderà. Il motivo? Troppe poche persone hanno aderito all’iniziativa. A dare delucidazioni sulla decisione è stato il presidente della Pro Loco, Guido Savio: “è una scelta fatta a malincuore. Le richieste si sono diradate sempre di più e siamo arrivati al paradosso: il numero di ordini era troppo basso per giustificare, per esempio, il fatto che i fornitori si mettessero in macchina e ci portassero i prodotti. In pratica invece che aiutare l’ambiente si stava facendo il contrario - spiega - il gioco non valeva più la candela. Andremo avanti fino a fine marzo ma abbiamo già iniziato a dare comunicazioni sia ai clienti che ai fornitori”.

Ma perché l’iniziativa non ha funzionato? È stata troppo poco sponsorizzata? O forse l’idea di spendere qualche euro in più per dei prodotti locali e a km 0 non ha attecchito? “Diciamo che c’è sempre tanta solidarietà, ma quando arriva il momento di fare delle azioni concrete l’interesse della gente viene meno - continua Savio - magari anche il fatto, essendo una filiera corta, di avere solo prodotti di stagione non ha aiutato: se uno a maggio cerca le arance, per esempio, non le trova. Ci sono, comunque, stati anche dei lati positivi: abbiamo avuto dei “fedelissimi” e persone che hanno dimostrato molto interesse nell’iniziativa. Questa decisione in ogni caso ci fornirà uno spunto di riflessione anche per capire quanto l’idea della sostenibilità è condivisa dalla gente: ci siamo abituati tanto a parlare di natura, ma poi quando ci sono da fare azioni concrete l’impegno si affievolisce”.

 

Guido Savio, presidente della Pro Loco gassinese

E forse è proprio questo il punto più triste: la non volontà delle persone di mettersi in gioco, di cambiare qualche piccola abitudine per salvare l’ambiente e tutelare il territorio. Il dispiacere, poi, è doppio nel momento in cui si pensa al fatto che i gassinesi, in realtà, sarebbero anche fortunati, poiché hanno una Pro Loco che non si occupa solo della classica sagra o della festa di paese, ma si mette in gioco per mandare messaggi inerenti alla sostenibilità, al rispetto del territorio e della natura (si vedano le azioni per salvaguardare il MaB UNESCO, la pulizia dei sentieri o le cene “plastic-free”). 

Forse la parole che meglio riassumo la situazione, comunque, sono proprio quelle del presidente della Pro Loco, che ha concluso: “parliamo dell’educare i nostri figli allo sviluppo sostenibile, ma anche gli adulti hanno ancora tanta strada da fare sotto il punto di vista dell’educazione ambientale. La sostenibilità ha un costo sì, ma finché le azioni volte a tutelare la natura verranno considerate come un “peso”, o un “sacrificio”, allora certi messaggi faranno fatica a passare e ad attecchire”.

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