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Cronaca

“Hanno deciso che Cospito deve morire”. Anarchico denunciato in Spagna per danneggiamenti è di Ciriè

Senza cibo da 114 giorni, il suo stato di salute sta peggiorando

Alfredo Cospito

Alfredo Cospito è arrivato a pesare 71 kg

Senza cibo da 114 giorni - e con il recente rifiuto anche degli integratori, soprattutto il potassio - Alfredo Cospito rischia un "edema cerebrale e aritmie cardiache potenzialmente fatali".

Per questo l'anarchico, 55 anni, è stato trasferito nel reparto di medicina penitenziaria dell'ospedale San Paolo di Milano, in una delle due camere riservate ai detenuti al 41-bis.

Mentre ieri sera una manifestazione di solidarietà degli anarchici a Milano è sfociata in scontri nei quali sono rimasti feriti sei agenti di polizia e provocando la reazione di Matteo Salvini, che annuncia un'iniziativa per "intervenire duramente contro questi delinquenti".

"La salute di ogni detenuto - spiega il ministero della Giustizia in una nota - costituisce priorità assoluta".

Una decisione, quella presa dal Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria, che arriva proprio mentre a Milano si registrano gli ennesimi scontri tra manifestanti e polizia durante un corteo di solidarietà all'anarchico pescarese.

Che lo stato di salute di Cospito si fosse ulteriormente aggravato era stato confermato già in mattinata dallo stesso medico dell'uomo che gli aveva fatto visita nel carcere milanese di Opera.

"Pesa 71 chili - le parole di Andrea Crosignani - ma è determinato ad andare avanti con la protesta. Ho preso visione della cartella clinica, la situazione da un punto di vista fisico è di importante debilitazione ma è presente a se stesso, lucido e determinato".

Secondo il medico la "situazione è complessivamente seria, anche se i parametri vitali tengono".

"Quando si arriva a questa situazione - ha puntualizzato - ci vuole veramente, veramente poco, perché la situazione precipiti. Perché in questi casi la situazione precipita senza che ci siano dei segni particolari di allarme".

La notizia del trasferimento in ospedale arriva a poca distanza dalle parole del suo avvocato, Flavio Rossi Albertini, che venerdì in conferenza stampa alla Camera ha dato "per scontato" che il suo assistito non arrivi vivo al 24 febbraio, la data in cui anche la Cassazione si esprimerà sulla revoca del carcere duro per l'anarchico, cui è sottoposto dal 20 ottobre dello scorso anno. Si tratta della seconda speranza per Cospito, dopo il 'no' incassato due giorni fa dal ministro della Giustizia, Carlo Nordio, che ha confermato il 41-bis sostenendo - tra l'altro - che Cospito usa il suo corpo "come un'arma" per "orientare le iniziative di lotta della galassia anarco-insurrezionalista".

Lo sciopero della fame, secondo il Guardasigilli, sarebbe stato studiato "per finalità ideologiche".

Stando al provvedimento firmato dal ministro, è ancora "immutata" in Cospito "la capacità di orientare le iniziative di lotta della galassia anarco-insurrezionalista verso strategie e obiettivi sempre più rilevanti".

Proprio sul tema delle manifestazioni e del dissenso, è stato lo stesso ministro dell'Interno, Matteo Piantedosi, a ribadire da Torino - città dove gravitava proprio l'azione di Cospito e del suo gruppo anarchico - che c'è "grande attenzione".

"Il fenomeno - ha detto - è oggetto delle nostre attenzioni qui come altrove. Torino non sta vivendo una situazione diversa rispetto ad altre parti del Paese".

Ad un centinaio di chilometri di distanza, a Milano, nell'ennesimo corteo a sostegno dell'anarchico, sono volate ancora petardi, bottiglie, pietre e fumogeni contro il cordone di polizia. Gli agenti hanno risposto con cariche di alleggerimento nei confronti delle centinaia di manifestanti che, durante il tragitto, avevano anche danneggiato la vetrina di una banca.

Sei agenti del reparto mobile sono stati medicati in ospedale. Fatti che provocano la reazione del leader della Lega; sottolineando di parlare "da vice premier", Salvini ha annunciato l'intenzione di portare al consiglio dei ministri "la richiesta di intervenire duramente contro questi delinquenti, chiudendo covi e bloccando siti".

E' stato un pomeriggio di tensione quello di ieri, con insulti anche nei confronti di giornalisti e fotografi al grido di "Fuori Alfredo dal 41-bis, fuori tutti dal 41-bis".

Si moltiplicano, poi, i comunicati di solidarietà all'anarchico da parte di gruppi di tutto il mondo. L'ultimo arriva da Iran e Afghanistan.

"La nostra lotta comune contro l'autoritarismo e tutte le forme di terrorismo di Stato - scrivono - ci porterà un passo più vicino al nostro mondo migliore".

Da Barcellona, invece, arriva la notizia dell'arresto di uno dei presunti responsabili dei danni al consolato. Si tratta di un italiano appartenente a un gruppetto di otto persone (sei italiani) già sospettato di aver dato fuoco ad un furgone dei vigili di Barcellona durante scontri di piazza nel 2021.

Danneggiamenti per solidarietà a Cospito:
l’anarchico denunciato in Spagna è di Ciriè

E' di Ciriè, nel Torinese, l'italiano identificato - e denunciato a piede libero - dalla polizia catalana per danneggiamento, in solidarietà con l'anarchico Alfredo Cospito, del Consolato italiano a Barcellona, il 17 gennaio. A quanto si apprende da fonti autorevoli, si tratta di Ermanno Cagnassone, ha 32 anni ed è un ex militante del Barocchio, la casa occupata dagli squatter dal 1992 a Grugliasco, al confine con il capoluogo piemontese.

Da anni però l'attivista è residente a Barcellona.

In Italia era stato arrestato per furto nel 2013 e nel 2016 e ha sulle spalle diverse denunce, dal danneggiamento ad esplosioni pericolose.

“Nordio ha deciso che Cospito deve morire”

Ha compiuto una "scelta politica" il ministro della Giustizia Carlo Nordio confermando il 41 bis ad Alfredo Cospito e ora "sembra preoccupato soprattutto di cercare di scaricare le responsabilità su altri": "porre un quesito al Comitato bioetico significa allontanare una responsabilità, non ammettere che in questo momento è lo stesso Nordio che ha deciso che Cospito deve morire".

Carlo Nordio ministro di Giustizia 

E' durissimo il giudizio di Livio Pepino, storico leader di Magistratura democratica, che a gennaio è stato tra i promotori dell'appello al Guardasigilli di giuristi e intellettuali per un atto umanitario nei confronti dell'anarchico in sciopero della fame.

"Mentre c'è un uomo che muore Nordio gioca con le parole - dice Pepino all'ANSA riferendosi al provvedimento "assolutamente deludente" con cui il ministro ha rigettato la revoca del carcere duro -. Parlare di corpo come arma che sta usando Cospito oltre ad ignorare la storia dello sciopero della fame nel mondo, ignora che semmai di violenza si trattasse fare lo sciopero della fame sarebbe una violenza esercitata tutta contro se stesso e non contro altri. E questo mi sembra un modo estremamente grave di affrontare una situazione drammatica".

Non solo: "Nordio sembra preoccupato soprattutto di cercare di scaricare le responsabilità su altri: parla di una scelta obbligata sulla base di quanto gli hanno detto le procure. Ma non è vero, perchè la procura nazionale antimafia aveva detto esattamente il contrario e cioè che la pericolosità di Cospito si poteva contenere anche sottoponendolo al regime di alta sicurezza in cui l'anarchico è stato per 9 anni. Per 9 anni nessuno aveva sentito il bisogno di sottoporlo al 41 bis e nel provvedimento non si indicano dei fatti nuovi, il che dimostra che è una scelta politica, non una necessità giuridica".

E sempre sul nodo della responsabilità Pepino osserva che il ministro "anzichè affrontare lui il tema della vita o della morte di Cospite si rivolge al Comitato bioetico. Cioè dice non compete a me, ma semmai ad altri domani attuare interventi sanitari sostitutivi dell'alimentazione, dimenticando che c'è una legge dello Stato, la legge 219 del 2017, che non prevede eccezioni alla regola della necessità del consenso per ogni trattamento sanitario e che anche il codice di deontologia medica stabilisce che se la persona è consapevole delle conseguenze della propria decisione il medico non deve assumere iniziative costrittive né collaborare a manovre coattive di nutrizione artificiale".

Che avrebbe dovuto fare il ministro?

"Avrebbe potuto revocargli il 41 bis sulla base di una molteplicità di ragioni su cui non si pronuncia. E poi davvero è pensabile che una persona nelle condizioni fisiche attuali di Cospito, sotto l'attenzione mediatica, mantenga quei contatti e quei rapporti con soggetti esterni per commettere dei reati come quelli che lo hanno portato in carcere? Mi sembra assai poco realistico. E' una scelta politica e il ministro e il governo devono prendersi la responsabilità non trincerarsi dietro quelle di altri. E dire che il ministro non interviene perchè quella di Cospito è una libera scelta, visto che potrebbe salvarsi smettendo lo sciopero della fame è come sostenere che se gli organi dello Stato vedono uno che sta per buttarsi da un ponte non devono fare nulla perchè se vuole non ha che da scendere dal parapetto e non buttarsi giù".

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