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Il caso
10 Febbraio 2023 - 13:31
la centrale del Vallesusa
Non si farà l'impianto a biometano a San Benigno Canavese di cui aveva presentato progetto la società Canavese Green Energy. La Città Metropolitana ha disposto la chiusura della procedura relativa all'autorizzazione.
Oltre agli ambientalisti e Confagricoltura, contraria a sacrificare terreni fertili per impianti industriali, anche il Comune di San Benigno si era opposto al progetto. Lo scorso anno, infatti, aveva disposto il diniego all'istanza di Piano esecutivo convenzionato (Pec) necessario alla trasformazione edificatoria dell'area. Così la Città metropolitana, come atto dovuto allo stesso diniego, ha disposto l'interruzione del procedimento e l'archiviazione delle autorizzazioni correlate e di tutte le pratiche inerenti.
Il numero di Comuni che avevano espresso la contrarietà in linea politica alla costruzione di un sito a biometano per il trattamento di 50.000 tonnellate annue di rifiuti organici (Forsu) a San Benigno Canavese si era allargato poco più di un anno fa con la deliberazione di Consiglio del Net (Unione dei Comuni del Nord Est) del 28 dicembre 2021. Un passo molto importante, un “No” che arrivava dal territorio in vista della futura decisione della Città Metropolitana.
I cartelli di protesta dei cittadini posizionati negli scorsi anni
L’impianto avrebbe trattato 55mila tonnellate all’anno di Forsu, cioè della frazione organica dei rifiuti urbani, quella che chiamiamo “umido”, e 20mila tonnellate annue di “verde”, e produrrebbe biometano e compost. I Comuni di San Mauro, Borgaro, Leinì e Settimo Torinese, attraverso una deliberazione di Consiglio dell’Unione Net (Unione dei Comuni Nord Est si Torino) si erano uniti agli altri Comuni (limitrofi a San Benigno o attenti al territorio) che già in precedenza avevano espresso il loro diniego motivato all’installazione dell’impianto. Le Amministrazioni Comunali di Volpiano, Brandizzo, Chivasso, Foglizzo, Bosconero, Montanaro e Lombardore avevano deliberato, tra luglio e novembre 2021, attraverso atti dei propri Consigli Comunali, il loro dissenso verso un progetto che, secondo loro, non apportava benefici e sviluppo bensì solo gravi carichi ambientali ed diminuzione del valore dei territori.
Insieme all'azione dei Comuni molto importante era stata la presa di posizione del Comitato "Mai sulla Nostra testa" che fin dall'inizio si era schierato contro la costruzione della centrale.
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