Cerca

Il caso

Ecco la scuola “Monarchica” che rende ancora onore ai Savoia

È incredibile quanto successo: una lettera scritta dai bambini indirizzata al “Principe”

Ecco la scuola “Monarchica” che rende ancora onore ai Savoia

Emanuele Filiberto di Savoia

Venaria si sentono Reali, talmente Reali da essersi dimenticati che la Monarchia non esiste più da un bel po’ di anni.

E, a dire il vero, anche quando c’era, ha contribuito a mettere in atto tutte le atrocità del ventennio fascista senza mai muovere un dito.

Questo, però, in alcune scuole della città, non si dice e in occasione delle celebrazioni in memoria dell’Olocausto i ragazzini si scambiano letterine con uno dei Savoia erede degli stessi che controfirmarono le leggi razziali del 1938.

Si arriva, dunque, ad una fitta corrispondenza tra Emanuele Filiberto di Savoia (“Principe” per modo di dire) e gli studenti della scuola “Rigola” di Venaria.

In occasione del Giorno della Memoria, i ragazzi, all’interno di un progetto che vede insieme scuola, l’istituto nazionale per la Guardia d’onore alle Reali tombe del Pantheon, e la pro-loco di Venaria-Altessano, hanno scritto una lettera al membro di casa Savoia.

La scuola Rigola di Venaria

L’obiettivo? Commemorare Mafalda di Savoia.

La principessa Mafalda infatti, secondogenita del re Vittorio Emanuele III, è morta nel campo di concentramento di Buchenwald, in Germania, nel 1944. Per onorare la sua memoria, gli alunni della scuola di Venaria hanno tenuto dei laboratori, e i loro disegni sono stati esposti – da domani fino al 29 gennaio – nella sala comunale Gino Vanzi insieme alla mostra fotografica allestita dalla proloco e intitolata “Mafalda di Savoia, la martire di Buchenwald”.

Fin qui tutto bene.

Arriviamo ora alla lettera scritta dai ragazzini a Emanuele Filiberto di Savoia.

I nostri insegnanti ci hanno spiegato che esistono i principi e te sei uno di quelli veri. Non capita tutti i giorni di avere contatto con un principe. E così abbiamo deciso di scriverti questa lettera, sperando di ricevere una tua risposta. Questo anno abbiamo studiato la storia della tua famiglia e del perché la nostra città si chiama anche Reale. In occasione della Giornata della Memoria, i nostri insegnanti hanno deciso di raccontarci la storia della principessa Mafalda, sorella di tuo nonno, il Re d’Italia. La sua storia ci ha molto commossi, l’amore per i suoi bambini e il suo mettersi al servizio per gli altri, le sono costata la vita. Sappiamo anche che la tua nonna Elena,  è stata una grande donna, perché durante il terremoto di Messina nel 1908, si è presa cura della popolazione e durante la prima guerra mondiale ha  fatto l’infermiera a tempo pieno trasformando il Quirinale in un ospedale per i feriti. Sono gesti molto nobili degni di veri Reali. Le donne della tua famiglia sono molto grandi. Con questa lettera siamo felici di averti scritto”, questo il contenuto.

Ed è l’incipit (“I nostri insegnanti ci hanno spiegato che esistono i principi e te sei uno di queli veri”) che ha stupito tutti, la polemica l’hanno sollevata immediatamente gli esponenti di Possibile.

Non ci sono molti aggettivi - attacca il partito di sinistra - per descrivere tutto ciò. Forse “surreale” è quello che rende meglio l’idea... Surreale la frase, riportata: “I nostri insegnanti ci hanno spiegato che esistono i principi e te sei uno di quelli veri”. Surreale che, in una scuola pubblica, si parli di un membro della famiglia Savoia come “principe”, nonostante quanto previsto dalla XIV Disposizione Transitoria della Costituzione, secondo cui “I titoli nobiliari non sono riconosciuti”. Surreale che tutto ciò avvenga a ridosso della Giornata della Memoria. Perché sì, la storia di Mafalda di Savoia, la martire di Buchenwald, va ricordata, ma va ricordato anche il contributo dei Savoia nel facilitare la salita al potere del fascismo e di Mussolini, non opponendosi né alle leggi razziali, né alle leggi fascistissime, che cancellarono diritti e libertà fondamentali, né l’ingresso dell’Italia in guerra e all’alleanza con il regime nazista”.

E, infatti, gli esponenti di Possibile non hanno tutti i torti. Perché va bene ricordare la triste sorte di Mafalda di Savoia ma forse, proprio in occasione del Giorno della Memoria, sarebbe opportuno ricordare le responsabilità dei parenti di Emanuele Filiberto di Savoia nell’applicazione delle leggi razziali, per esempio. Sarebbe opportuno dire che di Principi, in Italia, non ne esistono da tempo.

Sarebbe opportuno dire che i Savoia si sono scusati per le leggi razziali solo 2 anni fa, nel 2021. E prima? Il silenzio.

La risposta del Principe che, naturalmente, non accenna alle  responsabilità dei Savoia nell’uccisione di milioni di ebrei...

Carissimi, - scrive - la vostra bella lettera mi è giunta fino agli Stati Uniti, dove sono qui per lavoro. Al mattino i principi si alzano presto come voi che andate a scuola e lavorano. Le vostre parole mi hanno davvero molto emozionato ma ancora di più l’attenzione verso la storia di casa Savoia, verso la mia famiglia e verso quelle donne che ne hanno fatto parte. La principessa Mafalda con il suo sacrificio, il suo atteggiamento e le parole che ci hanno lasciato, rappresenta oggi tutte le mamme italiane morte nei campi di concentramenti nazisti. Mantenere viva la sua memoria è un mio grande impegno. E per questo la data del 27 gennaio, Giorno della memoria, deve essere vissuta e ricordata ogni giorno, perché la barbaria umana non si ripeta. Anche la mia bisnonna si è prodigata per i bambini, a lei è stata consegnata una laurea ad Honorem in pediatria e la Rosa d’oro della cristianità. Come potete ben capire le donne all’interno della mia famiglia sono molto importanti. Ringrazio le vostre maestre, che vi educano con professionalità. Vi abbraccio con la speranza di vedervi presto, magari in visita alla vostra bella scuola. E mi raccomando: studiate e portate il mio saluto alle vostre famiglie”.

Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori