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Rivarolo Canavese
04 Febbraio 2023 - 15:03
Fabrizio Bertot
Coi tempi che corrono, l'avviso di sfratto per il centrosinistra rivarolese è già bello che scritto. La data di consegna potrebbe coincidere con quella delle elezioni amministrative del prossimo anno. Il 25 settembre Rivarolo, come praticamente tutta Italia, ha votato a destra. Ha votato Fratelli d'Italia. Che sul territorio non può essere associato che a un nome: Fabrizio Bertot.
Quando, nel 2019, l'ex sindaco di Rivarolo, che l'aveva guidata dal 2004 fino al commissariamento del 2012 per presunte infiltrazioni mafiose, si era candidato, il risultato era stato ottimo: per 500 voti non era diventato sindaco. E 500 voti si trovano in un attimo, basta fare gli accordi giusti.
L'ingresso di Lara Schialvino, l'ex assessore del sindaco Alberto Rostagno, potrebbe aiutare. Potrebbe pure aiutare il clima politico: Fratelli d'Italia è al momento al massimo del consenso, e il Pd è finito in uno stato comatoso praticamente irreversibile. Non parliamo dei "cugini" leghisti, che sono tutt'altro che una minaccia.
Lara Schialvino, ex assessore della Giunta Rostagno
I bene informati dicono che il centrosinistra cittadino non sta guardando impotente l'evolversi di questa situazione dal risultato infausto, questa cronaca di una morte annunciata che pesa come un macigno sul futuro di una compagine politica che pare in difficoltà.
E infatti non sarebbe distante un accordo di solidarietà, una sorta di fronte anti-destra, tra le due compagini del centrosinistra: Per crescere insieme e Rivarolo Sostenibile. Un accordo che, dentro la maggioranza rivarolese, sarebbe caldeggiato soprattutto da Francesco Diemoz.
Il quale con tutta probabilità guiderà la lista. Che al momento è però solo una "cosa", prendendo in prestito il gergo di Nanni Moretti: un'idea, un'intenzione indistinta. Che ha davanti a sé un percorso accidentato, e dietro di sé un passato fatto di disaccordi più che di accordi.
Marina Vittone e Sandra Ponchia, consigliere di Rivarolo Sostenibile
Nel 2014, durante la prima campagna elettorale post-commissariamento, Domenico Rosboch, che nel mandato che stava per aprirsi sarebbe stato presidente del consiglio comunale, aveva tentato di mettere in piedi un tavolo per organizzare le due anime del centrosinistra (quella di Rostagno e quella di Vittone) attorno a un programma comune.
E invece niente. Come da tradizione per quella parte politica, i due avevano deciso di correre separati. "Vi è stata una discussione molto lunga e profonda - disse all'epoca Rostagno - alla ricerca di punti di accordo e di unione, ma alla fine il discorso è stato ribaltato e ci sono state fatte delle richieste fuori da ogni logica".
Insomma, Vittone chiedeva troppo. Così, durante quel mandato Rostagno preferì quella Lega "moderata" che portò in Giunta Claudio Leone, oggi consigliere regionale. Nel 2019 l'accordo era nuovamente nell'aria. Saltò anche in quell'occasione. Chissà che il prossimo anno, con un'emergenza da affrontare, le cose non possano andare diversamente.
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