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Il caso
29 Gennaio 2023 - 19:43
POS (immagine d'archivio)
Sta continuando a far discutere, e non poco, la foto che una cittadina ha postato tramite social, immagine raffigurante un cartello appeso all’entrata di un bar di Gassino che recita: “non si accettano pagamenti con Bancomat al di sotto dei 10 euro”.
“Lo trovate giusto? Io sinceramente no” scrive la donna a corredo del post e, da qui, apriti cielo.
Il cartello appeso all'entrata del bar gassinese
“Sono ignoranti, sotto i 10 euro non pagano le commissioni” dice qualcuno, con altri che rispondono: “un cliente che paga 1 euro di caffé con la carta è meglio perderlo che trovarlo” o ancora “se si vuole pagare con il Bancomat, e lì non te lo lasciano fare, basta andare da un’altra parte”.
Ma nello specifico, cosa è successo? “Purtroppo non ho potuto pagare con la carta perché l’importo era sotto i 10 euro - racconta la gassinese - il mio compagno poi è andato a prelevare, e quando è tornato ha pagato con una banconota da 50 euro venendo pure insultato”.
Qualche giorno dopo questo avvenimento, sempre alla stessa persona ma in un bar differente, un altro commerciante avrebbe fatto pagare alla donna una commissione di 1 euro sulla consumazione, sempre pagata con la carta.
Ora, non siamo qui per fare nomi e cognomi, ma diciamo solo che i due bar si trovano vicino alla rotonda che da Gassino porta a Chivasso e sono separati da una farmacia. Se gli addetti ai lavori avranno capito a che parte della città si sta facendo riferimento, l’obiettivo è un altro: rispondere alla domanda posta dalla gassinese. Quindi, è giusto oppure no che alcuni esercizi commerciali rifiutino i piccoli pagamenti con la carta?
Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni
Facciamo un po’ di ordine su quanto successo negli ultimi mesi. Una delle novità millantate dal nuovo governo, a dicembre, è stata la proposta di voler inserire una soglia di 60 euro, sotto la quale i vari commercianti sarebbero stati legittimati a non accettare i pagamenti elettronici. La cosa, tuttavia, ha fatto storcere il naso lassù, a Bruxelles, dove l’Unione Europea ha bloccato questa proposta, affermando che il comma 2 dell’articolo 69 della nuova Legge di Bilancio (quello che appunto avrebbe sancito il limite dei 60 euro) sarebbe andato in controtendenza con gli obiettivi del PNRR per la lotta all’evasione fiscale.
Se in prima battuta Meloni ha cercato di contrattare, passando da 60 a 30 euro, il premier di FdI alla fine ha scelto di lasciar perdere questa battaglia, trincerandosi dietro a un “ci inventeremo un altro modo per non far pagare agli esercenti le commissioni bancarie sui piccoli pagamenti”. Scelta, quella di gettare momentaneamente la spugna, anche comprensibile, vista l’importanza dei fondi PNRR e un governo neonato che non aveva alcun bisogno di particolari attriti con l’Europa.
Il Parlamento europeo di Bruxelles
Ciò detto, tiriamo le somme. Sulla questione pagamenti elettronici si torna al punto di partenza: i commercianti per legge sono obbligati ad accettarle, con tanto di sanzione di 30 euro in caso di mancato servizio e un’ulteriore maggiorazione del 4% sul valore della transazione.
Le diatribe inerenti all’argomento sono storiche, con i commercianti che da sempre si scagliano contro le banche e il dover pagare commissioni troppo alte per pagamenti troppo piccoli.
“All’estero puoi pagare anche 10 centesimi con la carta” dirà qualcuno, e la risposta prontamente è sempre la stessa: “eh ma lì le commissioni sono più basse”. Ma queste commissioni, in Italia, sono davvero così alte?
Per ogni transazione i commercianti pagano una commissione che può variare dallo 0,3 allo 0,5% per le transazioni effettuate con carta di credito, e lo 0,2% per i pagamenti con la prepagata o con il Bancomat, somme a cui si va ad aggiungere il costo dell’affitto del POS e il canone mensile.
Mediamente in Italia, secondo lo studio del Global Data pubblicato da Repubblica, il costo delle commissioni si aggira attorno allo 0,7%, una cifra leggermente inferiore al resto d’Europa, dove la media è circa dell’1%. Nel Regno Unito, per esempio, il costo delle commissioni è dello 0.8% e in Germania 1,3%, per non parlare degli Stati Uniti dove la media è del ben 2%.
Quindi prima di tutto c’è da sfatare un mito: le commissioni no, non sono così alte. O se vengono percepite come tali, non sono poi tanto diverse dal resto d’Europa, in paesi in cui anche un caffé può tranquillamente essere pagato con la carta.
Ora, è meglio pagare le commissioni o rifiutare un pagamento elettronico per poi “beccarsi” 30 euro di multa? Senza contare la scomodità di dover pagare piccole cifre con banconote con tagli grossi e il fatto, non trascurabile, che così facendo si rischia di alimentare il nero, il non dichiarato.
Tutto quanto riportato non vuole essere un attacco ai commercianti, ma semplicemente una solida base per replicare alla domanda posta in incipit: “è giusto o non è giusto rifiutare i piccoli pagamenti con la carta?”.
Ebbene la risposta è no, non è giusto. Ma soprattutto, è legale? No, nemmeno.
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