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Ivrea
25 Gennaio 2023 - 19:13
Alberto Sordi
Avrebbe dovuto essere una riunione tranquilla, indolore e insapore. Era stata convocata dal presidente dell’Associazione componenti Paolo Diane per fare il punto sul “contributo volontario” di 7 euro (volontario per modo di dire) concordato con la Fondazione dello Storico carnevale per ciascun attore della prossima edizione del Carnevale.
Dall’arancere al tiratore, passando dall’alfiere e fino all’ufficiale. Avrebbe dovuto essere perchè ad un certo punto la situazione è quasi degenerata. Dito puntato sul Castellazzo “regalato” ai “Pifferi” dall’Amministrazione comunale con in dote un assegno di 75 mila euro per la sua risistemazione, più altri 7 mila euro per le spese delle utenze di riscaldamento, luce e acqua. E sono proprio questi ultimi ad essere rimasti sul gozzo a molti.
“E chi siamo noi Babbo Natale? Così facendo - qualcuno ha urlato - l’Amministrazione comunale ha deciso di dividere le associazioni di serie A, da quelle di serie B”.
Quasi tutte, infatti, gestiscono dei locali e quasi tutte hanno delle spese da sostenere durante l’anno.
Qualcuno ha proposto l’ammutinamento ma, per questa volta e solo per questa, è stato cassato.
“L’amministrazione comunale hanno inforcato in tanti - Ci deve spiegare perchè ci ha chiesto un contributo volontario se poi s’è messa a regalare dei soldi con questa facilità...”.
Sulla graticola la vicesindaca Elisabetta Piccoli: anche stavolta avrebbe “toppato”!.
La vicensindaca Elisabetta Piccoli
La discussione manco a dirlo s’è allargata su più fronti e uno ha fatto esplicito riferimento ai “pranzi” e alle cene che la Fondazione solitamente paga durante i festeggiamenti, anche in questo caso ai “Pifferi”, ma non solo, considerando che nelle ultime edizioni si son seduti a tavola “a spese del contribuente”, trullalero trullallà, pure quelli dello Stato Maggiore, in occasione delle “alzate degli Abbà”.
“Il contributo volontario è stato chiesto a tutti ma i pranzi gratis toccano solo ad alcuni...”.
Peraltro, sempre ai Pifferi, la Fondazione negli anni passati ha sempre erogato una sorta di rimborso spese che se aggiunto al contributo deciso dal Comune comincia a fare una bella somma...
“Ci sarà anche quest’anno?” hanno stigmatizzato alcuni.
Insomma, in un momento di “vacche magre” ci si sarebbe aspettato che si mettesse la “parola fine” a questo andazzo e che la Fondazione cambiasse rotta.
E invece? La storia dei pranzi sarebbe ricominciata uguale e identica al passato, già alla prima uscita ufficiale.
“Non è che si continua? Una volta a tavola si siedono i pifferi e un’altra volta gli alfieri. Se non ci sono i soldi, i pranzi aggratis non si devono più fare... O meglio chi mangia paga...” hanno esortato in tanti
La riunione è termina con un arrivederci ad un incontro “chiarificatore” che s’è deciso di chiedere all’Amministrazione comunale.
Stringi stringi, da queste parti, c’è chi teme che il contributo volontario “sperimentale” di quest’anno diventi definitivo negli anni a venire e su questo quasi tutti sono pronti a fare non una ma mille battaglie.
“Avrebbero dovuto essere più onesti con noi ma non ne hanno avuto il coraggio - commenta uno che a questa serata c’era - Avrebbero dovuto dirci che spettano agli aranceri le spese per le reti e la pulizia delle strade. Una cosa del tipo: chi sporca paga. Ci saremmo lamentati ma avremmo capito. E’ una questione di principio. E invece? Invece così facendo si finisce con il far pagare la battaglia a gente che non costa nulla alla manifestazione....”.
All’indice anche alcune spese degli scorsi anni, come le divise allo Stato Maggiore nuove di pacca e sarebbe bastato chiederle al Circolo Ufficiale che ne ha talmente tante da non sapere che cosa farsene. Ma anche i soldi scuciti per acquistare il filetto e le briglie per i cavalli della scorta.
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