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Il suo filmato di Renzi era finito a Report: "Non c'è alcun complotto"

Aveva registrato un incontro tra l'ex premier e Marco Mancini, ex dirigente del Dis

Il suo filmato con Renzi era finito a Report: "Non c'è alcun complotto"

Matteo Renzi

"Seguo da semplice cittadina le vicende della politica, soprattutto attraverso la tv ed i quotidiani, ma non sono mai stata iscritta ad alcun partito politico: dietro questa vicenda non c'è alcun complotto". E' quanto ha sostanzialmente raccontato ai pm di Roma la professoressa di 44 anni che il 23 dicembre del 2020 ha immortalato un incontro, avvenuto in una piazzola di sosta di un autogrill a Fiano Romano, tra l'ex premier Matteo Renzi e Marco Mancini, all'epoca dirigente del Dis.

Un colloquio che la donna riprese con il cellulare realizzando due video e scattando una dozzina di fotografie, poi diffusi entrambi "mediante email". Su richiesta del suo difensore, l'avvocato Giulio Vasaturo, la donna è stata convocata dai magistrati di piazzale Clodio ed è stata ascoltata per circa tre ore.

A novembre i pm hanno proceduto alla chiusura dell'indagine a suo carico per l'accusa di diffusione di riprese e registrazioni fraudolente. In base a quanto trapela, nel corso del confronto con gli inquirenti, la donna ha ribadito che da parte sua non c'era "nessuna intenzione di diffamare Renzi. Ho ritenuto - ha spiegato - che quell'episodio avesse e abbia tuttora un rilievo pubblico e giornalistico".

L'indagata ha confermato di non covare alcun risentimento personale o politico verso l'ex presidente del Consiglio, tanto da aver formalmente segnalato ai legali del senatore, per il tramite del suo difensore, la propria disponibilità ad essere interrogata anche da loro "proprio per confutare finalmente ogni illazione complottista".

"La donna, fonte giornalistica della testata Report, ha integralmente confermato le dichiarazioni già rese in precedenza agli inquirenti" aggiunge l'avvocato Vasaturo che al termine dell'interrogatorio ha chiesto al pubblico ministero di "acquisire al più presto il cellulare della sua assistita al fine di ricostruire in maniera inoppugnabile, anche attraverso i rilievi tecnico informatici, tutti gli spostamenti della donna in quella giornata".

Il procedimento era stato avviato dai magistrati di piazzale Clodio dopo una denuncia presentata dallo stesso Renzi. Nel corso dell'attività istruttoria gli inquirenti avevano ascoltato per due volte la donna, che ha fermamente negato qualsiasi collegamento con gli apparati di sicurezza.

Nell'indagine non sono stati ipotizzati reati legati ad una eventuale attività di spionaggio così come invece avviene per il diverso procedimento, che sarebbe al momento a carico di ignoti, avviato alla luce della denuncia presentata da Mancini contro gli autori della trasmissione tv che ha mandato in onda il filmato, nella primavera del 2021. Dal canto suo il senatore Renzi, nelle scorse settimane, ha depositato a piazzale Clodio una ulteriore memoria.

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