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Canischio

Col suo banco di frutta Giacomo soccorre il paese senza negozi (VIDEO)

Ogni sabato pomeriggio arriva in centro per rimediare a quel servizio che non c'è

Giacomo con Maurizio, che lo aiuta

Giacomo con Maurizio, che lo aiuta

"Questa qui va alla nostra cliente migliore". Mentre lo dice, Maurizio porge una clementina a una bimba che, per mano alla mamma, si è fermata di fronte al bancone di frutta e verdura nel centro di Canischio, 300 abitanti malcontati in alto canavese. Intanto, Giacomo imbusta i prodotti che la donna gli ha richiesto.

Giacomo Cofone, 35 anni di Cuorgnè, e Maurizio, che gli dà una mano col banco, sono cugini. Qui sono ancora una novità, una bella novità, anche se è ormai dal 12 novembre scorso che, ogni sabato pomeriggio, vengono a Canischio col loro banco di frutta e verdura dopo aver smontato dal mercato di Rivarolo. "Con loro mi trovo bene" dice una signora anziana mentre acquista frutta e verdura.

Qui un servizio del genere non ha le stesse caratteristiche di altrove. Non è, quello di Giacomo e Maurizio, un banco di frutta e verdura qualunque in un paese qualunque. A Canischio, infatti, non ci sono negozi alimentari. L'unica attività commerciale a portata di mano dei cittadini è la società operaia di Enrica, dove grandi e piccini vanno per prendere un caffè, passare un momento di convivialità o mangiare qualcosa.

Ed è proprio su stimolo di Enrica che Giacomo e Maurizio sono qui. "Ci ha invitato a vendere i nostri prodotti qui a Canischio e abbiamo accettato" racconta Giacomo. Che, a dire il vero, non fa il fruttivendolo a tempo pieno, almeno per ora. "Questo, per me, è un secondo lavoro - racconta - perché io di mestiere faccio l'operaio". 

Tutto è nato un anno fa. Chiacchierando col cugino che vive in Calabria, gli si è accesa la lampadina: "Mio cugino è produttore di agrumi, e mi hanno chiesto se potessi venderli qui in Piemonte. Così mi son lanciato". Ha prima acquistato il posto per fare il mercato a Rivarolo e poi, qualche mese fa, è arrivato qui.

"Questi paesini qui vanno un po' a morire - aggiunge Maurizio - e così ci siamo detti: cerchiamo di aiutarli un po'". Così, il loro lavoro qui assume la forma di uno scambio. Dal mercato mattutino a Rivarolo, infatti, dove i due hanno un banco ben più grande di quello di Canischio, ci sono dei prodotti che avanzano e che possono essere venduti in perfette condizioni anche un paio d'ore dopo.

Ovviamente a un costo più basso. Così facendo, i due commercianti riescono a star dentro alle spese e a non sprecare nulla facendo quadrare il bilancio, e al contempo forniscono un servizio a un Comune a cui quel servizio mancava. Anche Maurizio ci racconta del suo mestiere: lui, come Giacomo, fa l'operaio.

A differenza di Giacomo, però, sa che questo rimarrà per lui un'attività secondaria. Il cugino-collega, invece, ha le idee chiare: "Questa per me è una prova, poi vorrei capire se riuscirò in futuro a fare tutti i giorni il mercato, lasciando la fabbrica". Certo, la concorrenza c'è, "ma sui nostri prodotti andiamo bene: agrumi e pesche soprattutto". 

"Certo - aggiunge Maurizio - c'è bisogno che il paese ci appoggi e ci sostenga. Qui ci troviamo bene, le persone sono socievoli e ci appoggiano". Insomma, l'attività promette bene. C'è da sperare che prosegua così.

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