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Sanità

Si muore anche così: in un'ultima barella, in fondo ad un corridoio, in un ospedale di periferia

Il Nursind denuncia un quadro catastrofico della nostra sanità. Oggi incontro a Chivasso sull'emergenza in pronto soccorso

Chivasso

Barelle nei corridoi (foto d'archivio)

"La gente muore anche così". Nell'ultima barella, dell'ultimo corridoio, dell'ultimo ospedale. 

Siamo nel 2022, quasi nel 2023, e il grido di allarme che arriva dal Nursind, il sindacato delle professioni infermieristiche, risuona quasi e purtroppo come un disco rotto.

L'emergenza sanitaria legata al Covid dovrebbe essere finita ma in realtà la sanità continua ad essere in emergenza.

Barelle nei pronto soccorso (archivio)

"E non è normale", commenta Francesco Coppolella, della segreteria regionale del Nursind Piemonte. "Qualcuno forse non si è accorto che c'è stato un terremoto e crede che continuare a vivere nelle tende o nei prefabbricati sia la normalità. Ma la gente si ammala e muore. E gli operatori sanitari scappano".

Il quadro che il Nursind Piemonte descrive nella nota stampa diffusa oggi è preoccupante.

"Non è normale che si debba stare più giorni in barella per un posto letto ed essere parcheggiati nei corridoi senza la possibilità di garantire i bisogni di base - denuncia Coppolella -, non è normale che non ci siano più punti di ossigeno o punti monitor, non è normale che non si possa garantire l'osservazione e il monitoraggio di questi pazienti. Non è normale dover correre per tutto in ospedale perché a casa non si hanno punti di riferimento. La gente muore anche così".

Nel comunicato stampa il Nursind sottolinea che "politica e manager che cercano di sminuire il problema o che lo classificano come temporaneo, legato una volta al covid, un'altra volta all'influenza o al freddo, ne sono responsabili più di tutti".

"La carenza di merdici urgentisti è di certo un problema ma non è l'unico e non è certo la soluzione che necessita invece di un piano strategico che non esiste - continua Coppolella -. Non abbiamo bisogno di misure tampone. Ribadiamo ancora una volta la carenza della medicina e dell'assistenza territoriale che determina il grande afflusso verso gli ospedali e la mancanza di posti letto e personale infermieristico poiché dopo che i pazienti vengono visitati e certamente lo devono essere in tempi celeri ci va qualcuno che li assista in condizioni dignitose e soprattutto sicure che oggi non ci sono". 

"Mancano all'appello gli infermieri che dovevano essere assunti per l'assistenza territoriale - conclude - lo abbiamo detto più volte e strutture aperte h24, ci dicano poi cosa vogliono fare con le case della salute dove all'interno dovrebbe essere garantita la presenza dei medici di medicina generale, oltre che quella infermieristica. Mancano posti letto e personale addetto all'assistenza che li gestisca. Anche loro nei reparti di degenza non se la passano tanto bene perché quello che prima della pandemia non era considerato normale, oggi lo è diventato purtroppo".

Tra le situazioni più drammatiche denunciate dal Nursind c'è quella del Pronto Soccorso di Chivasso, per cui oggi è in programma un incontro nella sede dell'Asl To 4.

Giuseppe Summa del Nursind

Anche qui, come altrove, mancano posti letto, personale, stanze.

"Negli ospedali periferici la situazione è ancora peggiore - spiega Giuseppe Summa, segretario Nursind di Torino e provincia -.  La realtà vede un eccessivo boarding e un elevato numero di pazienti presenti nei Pronto Soccorso dell'Asl To 4, con le criticità maggiori a Chivasso. Rispetto al passato, i nostri Pronto Soccorso devono fare a meno di ulteriori posti letto di degenza, anche per carenza di personale. La carenza totale di medicina territoriale in una azienda vasta, complicata e spesso ingovernabile come la nostra, complica la situazione. Ancora una volta a pagarne le conseguenze di tutta questa incapacità organizzativa, saranno cittadini e operatori".

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