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Ambiente
19 Dicembre 2022 - 15:47
TORINO. (r.t.) - Il 2 settembre scorso la Giunta comunale di Saluggia, presieduta dal sindaco Libero Farinelli, ha approvato una deliberazione con cui chiede la “modifica dei confini dell’area Parco e area contigua del Parco Naturale del Bosco della Partecipanza e delle Grange Vercellesi e del Parco del Po piemontese”. Modifica che - si legge nel dispositivo - consisterebbe nell’«eliminazione in toto» delle “aree contigue” al Parco.
Le “aree contigue” sono definite, nel “Testo Unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversità” della Regione Piemonte, come aree “finalizzate a garantire un’adeguata tutela ambientale ai confini delle aree protette”, e sono cartografate nell’allegato alla legge.
Farinelli e i suoi assessori lamentano che, con una modifica cartografica del 2019, la Regione abbia «ridimensionato notevolmente le aree destinate ad attività venatoria utilizzate da fruitori non residenti, penalizzando le associazioni di categoria interessate». Inoltre sottolineano che all’«Ambito Territoriale di Caccia Pianura Vercellese sud (Atc Vc2), ente privato a valenza pubblica, sono state sottratte le poche aree boscate presenti nel basso Vercellese, in particolare le aree di golena del fiume Po dai confini alessandrini ai confini torinesi, compromettendo in modo significativo la gestione finanziaria dell’Ambito derivante dalle quote annuali dei soci». Tale «mancata gestione/fruizione del territorio comporterebbe gravi perdite dell’indotto proveniente da persone che a vario titolo frequentano il vercellese e che di conseguenza portano benefici economici anche ai Comuni», e «anche le Istituzioni, Stato e Regione, potrebbero subire dei danni dettati dalle minori entrate tributarie provenienti dai cacciatori (tassa di concessione governativa e tasse e sovrattassa di concessione regionale)». Se non arrivano i cacciatori da fuori, insomma, l’economia locale va a scatafascio. «Si ritiene allora importante - si legge in delibera - un’interruzione dell’interezza dell’estensione dell’area Parco del Po Piemontese, togliendo il tratto vercellese istituito con legge regionale del 2019».
Nelle settimane successive Farinelli - che, oltretutto, è consigliere del Parco del Po: lo stesso Parco che vorrebbe ridimensionare - ha iniziato un pressing sugli altri sindaci della zona, per far approvare anche alle rispettive Amministrazioni atti pressoché identici. Ecco quindi spuntare agli albi pretori, nel giro di due mesi, analoghe deliberazioni delle Giunte di Fontanetto Po, Crescentino, Tricerro, Trino e Livorno Ferraris.
TORINO. (r.t.) - Le associazioni ambientaliste piemontesi - tra cui Legambiente, Pro Natura, Lega per l’abolizione della caccia, Lega italiana protezione uccelli, ecc. -, viste le delibere delle Giunte di Saluggia e di altri Comuni del basso Vercellese che chiedono l’eliminazione delle “aree contigue” del Parco del Po, hanno scritto ai sindaci, alla Provincia, alla Regione e al Parco per confutare le motivazioni contenute nelle delibere.
Innanzitutto specificano che «con l’entrata in vigore dei nuovi confini nel gennaio 2021 si è avuto l’ampliamento del Parco nei soli comuni di Fontanetto Po e Trino. Palazzolo Vercellese e Livorno Ferraris non erano nel Parco e ora ne fanno parte. Lungo l’asta del Po c’è stata una riduzione delle aree contigue che, invece, sono state ampliate nella zona del Bosco delle Sorti della Partecipanza e della Palude di San Genuario. Cigliano, Saluggia e Tricerro, infine, non sono stati interessati da alcun ampliamento, né di area protetta né di area contigua».
Sottolineano poi che «i nuovi confini sono frutto di un lungo iter normativo che ha previsto numerosi passaggi in Regione e una fase di consultazione avvenuta nel dicembre 2018. Tra le memorie depositate non vi è alcun documento a firma di associazioni venatorie, agricole e piscatorie. Le occasioni per esprimersi, quindi, ci sono state».
«Quanto ai Comuni del Vercellese, nella consultazione era intervenuto solo quello di Fontanetto Po, che aveva espresso parere favorevole all’istituzione di un’area contigua nel proprio territorio. Ora - evidenziano - è lo stesso Comune di Fontanetto Po a chiedere l’eliminazione dell’area contigua istituita».
la delibera della Giunta saluggese, copia-e-incollata dalle altre, denota complessivamente un approccio arcaico
Secondo le associazioni ambientaliste «la delibera della Giunta saluggese, copia-e-incollata dalle altre, denota complessivamente un approccio arcaico a confronto con una visione in linea con le conoscenze attuali e con i dettami della Strategia dell’UE sulla biodiversità per il 2030. L’avere ora un corridoio fluviale continuo dal Torinese fino al confine con la Lombardia è cruciale ai fini della conservazione della biodiversità e della tutela (e valorizzazione) del paesaggio. Considerato che le aree naturali scarseggiano nel nostro territorio e che il tratto fluviale del Po, comprensivo delle aree laterali (Palude di San Genuario, Fontana gigante, ecc.), ospita da solo circa il 40% dell’avifauna svernante in Piemonte, risulta evidentemente fondamentale preservare un buon grado di naturalità del corso del fiume in questo tratto e interdire ampie aree all’attività venatoria».
«Parco - conludono gli ambientalisti - significa anche miglioramento ambientale. Relativamente al tratto vercellese-alessandrino del Po, nei trent’anni di attività dell’Ente Parco sono stati realizzati circa 330 ettari di zone umide, 300 ettari di rimboschimenti e 200 ettari di prati permanenti; sono stati inoltre riqualificati circa 100 ettari di aree naturali degradate. Le neoistituite aree Parco corrispondono al 2,3% del basso Vercellese (inteso come A.T.C. VC2) e solo parte di esse è boscata. Di cosa preoccuparsi dunque?».
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