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18 Dicembre 2022 - 15:33
Mahsa Amini, aveva 22 anni. E' morta il 13 settembre dopo essere stata arrestata a Teheran (Iran) dalla polizia perché non indossava correttamente il Hijab (velo femminile), secondo le norme della Commissione per la Promozione della Virtù e la repressione del Vizio.
Anche Hadith Najafi è stata uccisa con 6 colpi di pistola al viso, al collo e al petto, nel corso di una manifestazione a Karaj, vicino a Teheran.
Hadith Najafi
La strage continua la mattina dell'8 dicembre scorso quando il regime iraniano giustizia il manifestante Mohsen Shekari, 23 anni con l'accusa di Moharebeh (guerra a Dio) e altri stanno per essere giustiziati.
Poi c'è Nasrin Sotoudeh, la nota avvocata iraniana dei diritti umani, condannata a un totale di 38 anni di carcere e a 148 frustate per aver difeso una donna arrestata che aveva manifestato contro l’obbligo delle donne iraniane di indossare il velo.
Insomma, il conto della feroce repressione degli ultimi mesi continua a salire: oltre 700 persone uccise, centinaia i feriti e più di 30.000 gli arresti.
Di questo si parlerà il prossimo 22 dicembre in consiglio comunale a Ivrea, grazie ad un ordine del giorno presentato da Gabriella Colosso del Pd. Per esprimere vicinanza alle vittime della brutale repressione da parte della polizia iraniana che da circa 3 mesi sta imperversando in tutte le città dell’Iran. Per sollecitare il Governo italiano ad esprimere una forte condanna di questi terribili fatti a danno di giovani donne inermi ed a prendere una netta posizione di condanna degli assassini
"Non è la prima volta - commenta Colosso - che le donne si oppongono al regime repressivo e che pagano per questo un caro prezzo. Le giovani e i giovani iraniani, nati sotto un regime teocratico e misogino, lottano contro un Governo, che in nome della religione e dell’islam, si oppone alle libertà politiche, sociali ed individuali, e che vedono le donne e la loro libertà come un pericolo per il potere patriarcale e teocratico..."
la protesta delle giovani donne e ragazzi iraniani si sta trasformando in una sfida sempre più radicale al regime degli ayatollah e innalza il livello di tensione tra Teheran e molti paesi occidentali
"La repressione violenta della polizia - continua Colosso - non ha fermato la protesta delle giovani donne e ragazzi iraniani si sta trasformando in una sfida sempre più radicale al regime degli ayatollah e innalza il livello di tensione tra Teheran e molti paesi occidentali"
Stando ad Amnesty International negli ultimi 43 anni sarebbero stati giustiziati 120.000 attivisti politici. Amnesty ha ripetutamente chiesto la messa in stato di accusa di Ebrahim Raisi per il suo ruolo nel massacro di prigionieri politici nel 1988 (secondo i rapporti, ne furono giustiziati 30.000) e nelle rivolte del novembre 2019 con 1.500 i manifestanti uccisi dai Pasdaran.
Ebrahim Raisi tra Putin (presidente russo) e Erdogan (Presidente Turchia)
Un'altra denuncia è di Reporter senza Frontiere e Indipendente Committee to Protect Journalists (CpI) secondo cui diversi giornalisti in questi mesi sarebbero stato arrestati.Tra gli altri Nilufar Hamedi, che ha visitato l’Ospedale dove Mahsa Amini era in coma. Ma anche la fotoreporter Yalda Moaiery, resa famosa per le foto delle proteste del novembre 2019.
Soltanto Hossein Nouri Hamedani, uno dei massimi sostenitori della Guida Suprema Ai Khamene, ha invitato ad “ascoltare le richieste del popolo” e “mostrare sensibilità nei confronti dei loro diritti”
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