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Varisella

Gli edifici comunali cadono a pezzi, ma il sindaco sogna di farci un museo

Ne ha parlato col vicesindaco metropolitano lunedì sera

foto di repertorio

foto di repertorio

Non solo di viabilità si è parlato lunedì scorso, durante l'incontro tra Mariarosa Colombatto, sindaco di Varisella, e il vicesindaco metropolitano Jacopo Suppo. L'appuntamento è "Comuni in linea", che Suppo dedica alla viabilità in tutta la Città Metropolitana di Torino.

L’argomento che il primo cittadino di Varisella ha posto all’attenzione del vicesindaco Suppo e ai funzionari della direzione Viabilità non era tanto legato a problemi di viabilità, quanto a un tema di natura urbanistica: in una delle borgate del paese, borgata Moncolombone, si trova un agglomerato di edifici di proprietà del Comune che versano in pessime condizioni e che necessitano di una serie di interventi di ristrutturazione.

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Nell’area l’amministrazione comunale nel corso degli ultimi anni ha gia realizzato alcune opere, come il parcheggio, l’illuminazione e il recupero di un casale, e il progetto complessivo prevede di collocarvi un museo delle tradizioni contadine e una struttura ricettiva con affittacamere e sala multimediale.

La stima per la ristrutturazione degli edifici in questione si aggira sui due milioni di euro, ed è per provare a ottenere un contributo economico che la sindaca Colombatto si è rivolta in Città metropolitana.

borgata Momcolombone



Il vicesindaco Suppo ha espresso interesse per il progetto dell’amministrazione di Varisella e si è fatto consegnare la documentazione relativa: “Ci rivolgeremo alla Regione Piemonte e vedremo se sarà possibile usufruire dei finanziamenti del FESR” ha concluso Suppo, riferendosi al Fondo europeo di sviluppo regionale, uno dei principali strumenti finanziari della politica di coesione dell'UE.

"Bisogna riqualificare quegli immobili prima che diventino pericolosi - ci dice la sindaca Colombatto -. Bisognerà capire se usciranno dei bandi e quale sarà la possibilità di agire. Non escludiamo, ad esempio, che quegli edifici abbiano la possibilità di essere trasformati in immobili ricettivi". Insomma, le idee ci sono. Ora tocca trovare quei due milioni per tradurle in realtà

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