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Federico Chirico: da Paratissima alla Fashion Week, una spirale di successi

Un creativo, un artista cui la Regione ha conferito il riconoscimento di ‘Eccellenza dello Stile Italiano’

Federico Chirico

Federico Chirico con Luciana Allazzetta e i loro due bambini, Filippo e Giacomo

Un creativo, un artista, che anni fa ha ideato la sua linea di borse fatte a mano e continua a realizzarle ancora oggi… lui è Federico Chirico.

Classe 1978, è nato a Torino ma oggi la sua vita è a Caluso, anche se in precedenza ha vissuto ha vissuto a Settimo e a Brandizzo. Da piccolo è stato un bambino solare, allegro e socievole; disegnava e giocava molto anche da solo, perdendosi nelle sue cose e nei suoi pensieri.


Dopo le scuole dell’obbligo mi sono iscritto ad un istituto tecnico, per studiare come perito meccanico, dato che papà era tornitore. Mamma faceva la commessa in un negozio di scarpe e spesso andavo a trovarla… da lì ha cominciato a nascere il mio amore per il lato commerciale del negozio - racconta -. Dopo tre mesi che frequentavo le superiori, quello che oggi è l’ex titolare dell’attività, le propose di rilevarla e io le promisi che se lo avesse fatto l’avrei aiutata: cominciai così ad andare a scuola la mattina e a lavorare il pomeriggio. Devo dire che se alcuni professori apprezzavano la cosa, altri tutto il contrario, e così è iniziato il mio ‘calvario’ scolastico… mi bocciarono alla maturità e dopo essermi buttato per un po’ nel mondo del lavoro, mi sono iscritto alla scuola serale e ho chiuso il cerchio diplomandomi”.


Nel 2004 Federico ha aperto il suo negozio, “Il Corridoio”, che esiste ancora oggi ma spostato in un locale più grande, in piazza Ubertini 8 a Caluso.

Ho scelto di chiamarlo così perché il primo locale era lungo e stretto, misurava 2 m di larghezza e 11 metri di lunghezza” spiega. Fino al 2018 si è occupato sia del negozio di scarpe della mamma, a Brandizzo, che del suo; quando poi lei è andata in pensione ha scelto di seguire solo l’ultimo nato, per farlo al meglio. “Quello che ci ha sempre contraddistinti è il cercare e proporre cose nuove ai nostri clienti, fuori dai classici schemi, scarpe artigianali, realizzate con cura e abbiamo scoperto tanti marchi che poi, con il tempo, sono diventati noti” spiega.

Federico adora andare in bici, è un vero ciclista viaggiatore, fa lunghi percorsi completamente in bici accompagnato da borse e sacco a pelo. Corsica, Vienna, Sardegna, il Meridione, Budapest sono fra i luoghi raggiunti solo ed esclusivamente pedalando. Proprio durante un giro in bici, passando da Caluso, ha avuto la sensazione di “essere già stato qui” e di “doverci stare” e seguendo le sue sensazioni ha cercato in questo luogo il locale per il suo negozio.

Il discorso delle borse è nato per caso, dalla collaborazione con il mio amico Enrico Giunta - comincia a spiegare -. Una sera, discutendo del fatto che non si trovava mai in giro ciò che si vorrebbe indossare, decidemmo di creare il nostro marchio di abbigliamento: “Co.Cool”, ovvero “Contaminazioni Ominis Liberi”. Abbiamo passato un intero anno a disegnare vestiti di notte e il nostro filo conduttore era quello della contaminazione fra viaggi, persone, cibi, mentalità e filosofie di vita… tutti diversi fra loro. Era il nostro mezzo per viaggiare, vedere posti nuovi, sognare e poi creare. Abbiamo realizzato un vero total look e persone del mestiere ci hanno detto che abbiamo fatto davvero un ottimo lavoro per esse due non del mestiere. Purtroppo realizzare gli abiti sarebbe stato davvero costoso e così sono rimasi solo disegni".

FEDERICO con ENRICO GIUNTA a Paratissima

Spiega ancora: "Abbiamo, quindi, deciso di farlo diventare un marchio di borse, tutte aventi una spirale come elemento decorativo; e abbiamo cominciato a venderle sia in negozio che online. Ci siamo, però, presto resi conto che ingrandire la produzione avrebbe richiesto, anche stavolta, tanti soldi e così non lo abbiamo potuto fare. Enrico, con il tempo, ha lasciato il progetto e ho continuato a portarlo avanti io. Il marchio di borse esiste tutt’oggi e sono tutte personalizzabili sulla base dei nostri modelli di partenza”.


Federico Chirico disegna le borse e taglia le pelli a mano. Dal 2014/15 ha cominciato ad aiutarlo anche Luciana Veronica Allazzetta, che è poi diventata sua moglie due anni fa.
Lei faceva la pasticciera e lavorava nel negozio di fronte al mio, ma ha successivamente deciso di licenziarsi per investire su questo progetto. Ci siamo conosciuti nel 2012 e abbiamo iniziato ad uscire insieme un annetto dopo… dopo due mesi ‘siamo rimasti incinti’ di Filippo - racconta sorridendo -. Per un certo periodo di tempo abbiamo anche aperto un secondo negozio ad Ivrea, dedicato solo alle borse. Oggi ci dedichiamo in esclusiva al nostro negozio di scarpe e borse a Caluso e Luciana, che ha imparato a cucire da autodidatta, si occupa di realizzare le parti sintetiche delle nostre borse e, in aggiunta, segue una parte di produzione propria in collaborazione con Elena Mirandola, realizzando borse, borsette ed astucci - spiega -. Per due anni di fila abbiamo partecipato alla ‘Torino Fashion Week’, abbiamo esposto e venduto in più occasioni anche a ‘Paratissima’ e la Regione Piemonte ci ha conferito un riconoscimento come ‘Eccellenza dello Stile Italiano’. Sono state delle belle soddisfazioni”.

FEDERICO con LUCIANA ed ENRICO

Nel 2020 hanno allargato la famiglia ed è nato Giacomo.

Oggi posso dire di essere contento della mia vita, anche se ammetto che lavorativamente parlando sarebbe bello avere una maggiore serenità; mi piacerebbe poter spostare il laboratorio da casa, realizzarlo altrove e dare così una sede fisica esclusiva al marchio. Un altro mio desiderio è quello di riuscire a far crescere al meglio i nostri figli in questa società che corre così veloce. E un altro ancora è quello di poter andare più spesso in Argentina dai parenti di mia moglie" - afferma.

FEDERICO con la sua famiglia

"Come già detto, oggi sono contento di ciò che ho e che ho fatto, ma se tornassi indietro cambierei qualcosa… ad esempio mi piacerebbe fare più esperienze extra-lavorative in paesi diversi; ma non posso dire che la mia famiglia e il mio lavoro non mi rendano felice, anzi. Avere un’impresa famigliare è impegnativo, ci devi essere, ma dopo anni ho finalmente imparato a delegare e di questo devo dire grazie a Luciana, che per me è sempre stata uno stimolo positivo e trainante”.

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