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Cultura
26 Novembre 2022 - 17:03
Il teatro della Concordia di Venaria
"Io, fosse per me, mi venderei tutto: teatro, biblioteca, piscina, tutto, ma so che non si può fare”.
Parla così, qualche consigliere di maggioranza, tra i corridoi del Comune di Venaria, poco dopo la commissione consiliare.
È proprio qui, infatti, che alcuni esponenti della maggioranza, Andrea Accorsi, Andrea Carlomagno, Alessandro Gianasso e Rosario Galifi, hanno espresso perplessità sugli eccessivi costi sostenuti dalla città per il mantenimento del teatro Concordia.
Tutto ruota attorno ad un grande gioco di “scatole cinesi”.
La presentazione dell'ultima stagione teatrale proprio al Concordia
Il teatro Concordia è gestito dalla Fondazione via Maestra (ente il cui socio fondatore è proprio il Comune).
A sua volta, la struttura è di proprietà di Asm (l’azienda multiservizi venariese partecipata al 100% del Comune) che l’ha realizzata tra il 2003 e il 2004.
A monte di tutto questo, infine, c’è il Comune che ci mette i soldi: paga pantalone.
Fondi per mantenere attiva la Fondazione Via Maestra (che si occupa di cultura in città: biblioteca, eventi alla Reggia, associazionismo) e quindi soldi per mantenere in vita il teatro (in particolare per il personale), parliamo circa di 300 mila euro l’anno.
Mercoledì sera, poi, la commissione si è riunita proprio per stabilire una nuova variazione di bilancio: altri 100 mila euro per la Fondazione via Maestra, fondi utili per coprire l’aumento delle bollette del teatro. È in questo quadro che i consiglieri di maggioranza hanno sollevato tutta una serie di perplessità.
A domanda diretta, poi, l’assessore alla cultura, Marta Santolin, ha spiegato che tutte le ipotesi sono in campo.
A fare chiarezza ci ha pensato il Sindaco, Fabio Giulivi.
Il Sindaco, Fabio Giulivi
“Intanto - precisa il primo cittadino - la nostra amministrazione è quella che ha deciso di mantenere aperta la Fondazione via Maestra, chi c’era prima voleva chiuderla. Detto ciò nessuno vuole chiudere il teatro. C’è una riflessione in corso ma per ora non abbiamo deciso nulla, il teatro resta lì dov’è e non sarà venduto. Certamente il teatro ha un costo e tra pandemia e aumento dei costi dell’energia sta vivendo una situazione difficile. I consiglieri hanno stimolato una riflessione in tal senso, non ci vedo nulla di male”.
Eppure altre strade sono possibili.
“So che alcuni sindaci, in passato, - prosegue Giulivi - avevano ipotizzato la messa in concessione ma poi non se ne è mai fatto nulla. In ogni caso, per il momento, non abbiamo deciso di chiudere o di darlo in concessione. I consiglieri, in commissione, hanno sollevato la questione dei costi del teatro, il Comune, ogni anno, ci mette circa 320 mila euro. C’è da riflettere su questa cifra e lo stiamo facendo. Abbiamo chiesto ad Asm di capire quanti venariesi usufruiscono del teatro Concordia. Sappiamo che ogni anno passano circa 40 mila persone, quanti sono venarlesi? C’è un’analisi in atto sul tema. Se passano 40 mila persone e il 90% è venariese è un conto, se invece solo il 10% fosse venariese sarebbe un’altra storia. La nostra riflessione è collegata anche al futuro hub della cultura (un'area nuova area culturale che sorgerà dentro l'ex Caserma Beleno, al costo di quasi 6 milioni di euro, ndr), dobbiamo mettere in piedi qualcosa che sia sostenibile”.
Completamente diversa, invece, la posizione del consigliere di minoranza (Uniti per Cambiare), Alessandro Brescia (qui sotto in foto).
“Si sono presentati in commissione - spiega Brescia - e hanno annunciato una variazione da 100 mila euro per Fondazione, altrimenti l’ente avrebbe chiuso di nuovo un negativo. Questo sarebbe stato il terzo anno di chiusura in perdita e c’era il rischio che si arrivasse allo scioglimento della Fondazione. Ci hanno detto che la pandemia e il caro bollette hanno penalizzato la Fondazione, va bene, ma perché l’hanno fatto chiudere in perdita? Poi, voglio dire, se vengono a fare pugilato a teatro e non li fai pagare…Io Fondazione l’avrei rilanciata, avrei lavorato in modo che avesse un ruolo strategico, questa amministrazione, invece, ha tagliato i fondi”.
Per Brescia, dunque, Fondazione e Teatro sono beni da tutelare.
“Una parte della maggioranza - continua Brescia - ha messo in discussione la vendita del teatro, ha parlato di esternalizzarlo, vendere o dare in gestione a terzi. Stiamo discutendo, però, di una cosa che funziona, per tanti anni ha cercato una sua vocazione nella Città Metropolitana, oggi il Teatro Concordia è un punto riconosciuto. Poi: se il ragionamento è di mettere un teatro nel nuovo hub della cultura posso anche capirlo ma per il momento nessuno ne ha mai parlato. E non ho neanche capito per quale motivo il teatro dovrebbe fare utili...”.
Il tema sarà certamente affrontato nei prossimi mesi.
Bisognerà capire chi l’avra vinta: la linea “attendista” del Sindaco o quella più “fondamentalista” dei suoi consiglieri di maggioranza...
Nel marzo 2003 l’A.S.M. indice un concorso di appalto per la realizzazione di un teatro polifunzionale da utilizzarsi come teatro e cinema per 800 spettatori o ancora come spazio per concerti per 2000 persone.
Prezzo a base di gara: 3 milioni di euro. Caratteristica dell’opera: smontabile. L’opera è stata inaugurata nel 2004.
Trentadue colonne in acciaio, sedici capriate a doppia pendenza in legno lamellare su cui si estende una orditura in legno.
I rivestimenti sono in pannelli coibentati di lamiera con l’interno in cartongesso, mentre l’atrio ha una parete continua in alluminio e vetro. Una parete divisoria mobile alta 6 metri divide l’atrio dalla sala che diventa uno spazio unico in occasione dei concerti per 2000 persone. Il grande successo ottenuto dal Teatro, anche per attività ludiche del quartiere, ha spinto la A.S.M. a realizzare un ulteriore ampliamento con un nuovo impalcato nell’atrio per realizzare quattro sale conferenze e riunioni anch’esse ad assetto variabile. Una particolarità è data dal fondo del palco che si apre verso lo spazio esterno per realizzare anche spettacoli all’aperto.
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