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Ambiente

Qualità dell'aria: Torino è maglia nera e la provincia insorge

La sfida sono i parcheggi di attestamento limitrofi alla città per lo scambio auto/treno

SMOG

Torino è risultata ultima fra le 13 città italiane monitorate da Legambiente per la qualità dell’aria.

"Analizzando gli ultimi trend dei valori registrati nella Città - spiega il gruppo torinese di Azione - si evidenzia un miglioramento, che ci porta a ritenere necessario, anche per la sua dislocazione territoriale, che i suoi amministratori mantengano i risultati raggiunti con un impegno continuo per salvaguardarne la qualità. Questo significa dare priorità agli investimenti nei progetti necessari a raggiungere i parametri stabiliti dalle convenzioni europee e mondiali".

Un tema che tocca da vicino l'intera provincia.

Matteo Maino, coordinatore dell’area omogenea “Ciriacese - Valli di Lanzo”, commenta:

"Le nostre proposte sono sempre volte a stimolare i trasporti su ferro, sia in superficie che sotterranei, per ridurre il traffico degli autoveicoli e, di conseguenza, l’inquinamento. Questo accade migliorando il trasporto “metropolitano”, soprattutto di chi tutti i giorni si reca al lavoro, ma non solo. Le “nostre” zone sono particolarmente coinvolte da questa transizione; difatti pochi giorni fa leggevamo le notizie dell’Osservatorio della Torino Ceres, ed i numeri ci indicano un possibile proficuo coinvolgimento, non solo di pendolari"

LA SFIDA

"La sfida che dobbiamo cogliere oggi - dichiara Maino - sono i parcheggi di attestamento limitrofi alla città, dove avviene lo “scambio” tra auto e treno, e dal treno alla metropolitana od al TPL di superficie. Efficientare questo processo, significa investire nelle infrastrutture di trasporto. Per questo auspichiamo di “stimolare” il Sindaco della Città Metropolitana, Stefano Lo Russo, nel trovare tutte le risorse necessarie per il completamento, in tempi celeri, di tutte le infrastrutture di cui i nostri territori hanno bisogno: dalla To-Ceres alle metropolitane, dai parcheggi di attestamento all’eliminazione dei passaggi a livello. E questo lo si ottiene lavorando in sinergia con i territori, la Regione e lo Stato. Lo chiedono i cittadini, lo chiede l’ambiente".

LA RETE METROPOLITANA

Ed ecco la proposta di Azione

"Oltre agli inevitabili interventi sui sistemi di riscaldamento per abbassare le emissioni che presuppongono un piano di ammodernamento degli impianti civili ed industriali che va programmato in sinergia tra pubblico e privato e una nuova politica fiscale che favorisca davvero investimenti in questo campo (che la politica dei bonus non sempre ha assicurato), riteniamo determinante l’azione che si potrebbe avere a Torino con lo sviluppo capillare di una rete metropolitana efficiente, potenziando la linea M1 (sud e ovest) e procedendo spediti nella realizzazione della linea M2 che, come sosteniamo da tempo, dovrebbe 

essere la direttrice tra Settimo ed Orbassano, invece che la 

risicata ed inutile Rebaudengo - Porta Nuova".

Dati dal report di Legambiente Mal'Aria

La sfida a Lo Russo

"Invitiamo il Sindaco di Torino a mantenere gli impegni della campagna elettorale e ad andare oltre alla programmazione elaborata un anno fa, basata su dati pre-pandemia. Sappiamo che gli aggiornamenti dei prezzi legati ai materiali, comporteranno una richiesta ulteriore di finanziamenti, ma vista la manovra in deficit del Governo Meloni e le disponibilità assicurate dal PNRR, riteniamo che si debba garantire almeno il tracciato della M2 come previsto nel piano originale del lotto da Rebaudengo al Politecnico. Azione crede nello sviluppo “metropolitano” di Torino in senso sociale, manifatturiero e ambientale".

Dati dal report di Legambiente Mal'Aria

IL DOSSIER DI LEGAMBIENTE MAL'ARIA

>> scarica il dossier 

E' codice rosso per Torino, Milano, Padova. Giallo per Parma, Bergamo, Roma e Bologna. Nessuna città rispetta i valori suggeriti dall’OMS.

L’appello di Legambiente al prossimo nuovo Governo: “Seguire i piani del Mims per decarbonizzare i trasporti. Per città più sostenibili e pulite si potenzino i servizi e mezzi green alternativi alle auto private e si implementino trasporti e zone a basse emissioni”.

In Italia l’emergenza smog è sempre più cronica. In questi primi dieci mesi del 2022 suona già il primo campanello d’allarme per inquinamento atmosferico. Livelli degli inquinanti off-limits, traffico congestionato e misure antismog insufficienti sono ormai una situazione di “malessere generale” che rischia di peggiorare con l’avvio della stagione autunnale-invernale.  È quanto emerge in sintesi dal dossier: “Mal’aria 2022 edizione autunnale. Verso città mobilità emissioni zero”  realizzato da Legambiente che, nell’ambito della campagna Clean Cities,  fa il punto, da inizio anno ai primi di ottobre 2022, sulla qualità dell’aria di 13 città italiane al centro della campagna, mettendo a fuoco anche il tema delle politiche sulle mobilità urbana. Per quanto riguarda il PM10, la soglia di 35 giorni da non superare con una media giornaliera superiore ai 50 microgrammi/metro cubo, è stata ampiamente superata con almeno una delle centraline, in 3 delle 13 città analizzate. Sono già in codice rosso Torino, Milano e Padova che si trovano fuori dai limiti di legge, rispettivamente con 69, 54 e 47 giornate di sforamento. Codice giallo, invece, per Parma (25), Bergamo (23), Roma (23) e Bologna (17) che hanno già consumato la metà dei giorni di sforamento. A seguire, le città di Palermo e Prato (15), Catania e Perugia (11) e Firenze (10) che sono già in doppia cifra.

Nessuna delle 13 città monitorate nell’ambito della campagna Clean Cities, rispetta poi i valori suggeriti dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), sia per quanto riguarda il PM10 (15 microgrammi/metro cubo) che per il PM2.5 (5 microgrammi/metro cubo) e l’NO2 (10 microgrammi/metro cubo). Il PM10 ha una media annuale, eccedente il valore OMS, che oscilla dal +36% di Perugia, passando per città come Bari (+53%) e Catania (+75%), fino ad arrivare al +121% di Torino e +122% di Milano. Situazione ancora più critica per quanto riguarda il PM2.5, dove lo scostamento dai valori OMS oscilla tra il +123% di Roma al +300% di Milano. Male anche per l’NO2: l’eccedenza dei valori medi registrati rispetto al limite dell’OMS varia tra il +97% di Parma fino al +257% di Milano.

Un quadro, in sintesi, davvero preoccupante, visto che – ribadisce Legambiente – è sugli standard dell’OMS che andrà a adeguarsi la nuova Direttiva europea sulla qualità dell’aria – in corso di revisione entro l’anno – rendendo l’Italia suscettibile a nuove procedure d’infrazione e multe miliardarie (da aggiungersi alle precedenti tre). Da non trascurare anche l’impatto sulla salute: l’inquinamento atmosferico miete più vittime in Italia che nel resto del continente europeo. Secondo le ultime stime dell’EEA (Agenzia europea ambiente), il 17% dei morti per inquinamento in Europa è infatti italiano (uno su 6). Per diminuire gli impatti sulla salute, e sull’ambiente, l’Europa ha fissato gli obiettivi per la neutralità climatica entro il 2050 (il Piano d’azione “Verso Emissioni Zero”) con la proposta intermedia di ridurre le emissioni di gas serra del 55% (rispetto al 2005) entro il 2030. Ma per raggiungere tale scopo, secondo l’associazione ambientalista per liberare le città dallo smog occorre potenziare servizi e mezzi green alternativi alle auto private e implementare trasporti e zone a basse emissioni, come già predisposto dal Ministero delle infrastrutture e della mobilità sostenibili. Inoltre, l’Italia deve accelerare il percorso di decarbonizzazione dei trasporti urbani che sono la principale causa d’inquinamento nelle nostre città. Fondamentale sarà dunque l’integrazione tra le strategie europee, nazionali e regionali.

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