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Parla il responsabile territoriale del Nursind

Summa: "Sull'ospedale di Lanzo non c'è stata la spinta del territorio"

Secondo il sindacalista si poteva fare di più e meglio a livello della politica locale

Giuseppe Summa, responsabile territoriale del Nursind

Giuseppe Summa, responsabile territoriale del Nursind

Dell'ospedale di Lanzo non parla più nessuno. Regione, AslTo4, tutti muti. Dovrebbe svolgersi nelle prossime settimane l'incontro di Ernestina Assalto, assessore alla sanità del Comune di Lanzo, con Stefano Scarpetta. Per intanto, l'assessore regionale alla sanità Luigi Genesio Icardi non si scompone più di tanto.

Gli chiediamo un'opinione sui timori, ormai sempre più diffusi, che l'ospedale di Lanzo possa finire in mano ai privati o che possa essere abbandonato a sé stesso. Lui risponde sempre con la stessa formula: "Abbiamo commissionato uno studio apposito per effettuare un'analisi clinico gestionale dei presidii sanitari".

Insomma, che nessuno sospetti che non si sta facendo nulla... Incalzato, Icardi non la tira troppo per le lunghe: "Non ho ipotesi su Lanzo". Poi decide che è meglio troncare la comunicazione e saluta frettolosamente. 

Luigi Genesio Icardi, assessore regionale alla sanità

Chi invece ha qualcosa da dire sull'ospedale lanzese è Giuseppe Summa, responsabile territoriale del Nursind. Summa aveva già espresso qualche settimana fa su La Voce le sue preoccupazioni in merito al futuro dell'ospedale di Lanzo. L'asfissiante mancanza di notizie sulla riapertura o meno del Pronto Soccorso di Lanzo non gli fa certo tirare un sospiro di sollievo.

Il moto d'orgoglio della Giunta lanzese, guidata da Fabrizio Vottero ma che sulla sanità vede al timone la Assalto, arriva, secondo Summa, dopo troppo tempo in cui sul territorio delle valli si sarebbe andati avanti un po' per inerzia, senza sollevare mai con troppa convinzione la questione dell'ospedale lanzese.

"La differenza tra Lanzo e Cuorgnè - dice Summa - è che l'amministrazione comunale e la società civile a Cuorgnè si sono sempre fatti sentire, hanno puntato molto sul Pronto Soccorso, hanno pressato per l'apertura. Ognuno coi propri colori politici e ognuno coi propri metodi".

Cosa che per Summa non si può dire di Lanzo, dove "pubblicamente non è stato fatto quanto è invece stato fatto a Cuorgnè". Ad ogni modo a Summa resta il timore che "queste strutture possano finire in mano ai privati". Se poi questo non accadesse, resterebbe il problema della nuova generazione di medici e infermieri di montagna: chi, in futuro, verrà a lavorare in presidii sanitari come quello lanzese?

L'ospedale di Lanzo

Sono infatti sempre meno i medici che si lanciano nell'avventura della professione nelle aree interne. Mancano medici di base e medici ospedalieri. Così come mancano gli infermieri. E' per questo che, in fin dei conti, il destino del Pronto Soccorso di Lanzo è solo una delle questioni che la Regione deve affrontare, posto che davvero non ci sia l'intenzione di svendere il nosocomio ai privati.

"Dallo studio che sta realizzando la Regione - commenta il sindacalista - non mi aspetto solo che dicano se riapriranno o meno il Punto di Primo Intervento a Lanzo, ma anche se verranno mantenuti o cancellati o aggiunti determinati reparti. Lo studio dovrà essere articolato" perché articolata e complessa è la questione.

"L'ospedale, inoltre - conclude - dovrà entrare in sinergia anche con le nuove case di comunità". Posto che vengano poi effettivamente realizzate. 

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