ROMA.(r.s.) - Il Consiglio dei ministri sta valutando in queste ore la possibilità di revocare, in anticipo di due mesi rispetto alla scadenza del 31 dicembre fissata dal Governo Draghi, l’obbligo vaccinale Covid per i medici e i sanitari, e la relativa abrogazione delle sanzioni previste. Saranno quindi reintegrati i circa 3400 medici e sanitari allontanati dal posto di lavoro perché non vaccinati. Ad annunciare il reintegro è stato il ministro della salute Orazio Schillaci in un comunicato del 28 ottobre: «Per quanto riguarda il personale sanitario soggetto a procedimenti di sospensione per inadempienza all’obbligo vaccinale e l’annullamento delle multe previste dal decreto legge 44/21, in vista della scadenza delle disposizioni in vigore e della preoccupante carenza di personale medico e sanitario segnalata dai responsabili delle strutture sanitarie e territoriali, è in via di definizione un provvedimento che consentirà il reintegro in servizio del suddetto personale prima del termine di scadenza della sospensione». Il nuovo Governo si è infatti reso conto - come le evidenze scientifiche dimostrano da più di due anni, smentendo le “bufale” draghiane - che essere vaccinati non significa essere immuni dal virus Sars-Cov2, e che quindi è illegittima - oltre che assurda - una norma che esclude dal lavoro medici e infermieri non vaccinati (ma che non hanno contratto il virus) e permette di accedere a sale operatorie, ambulatori e corsie a medici e infermieri vaccinati (che però magari hanno il virus in corpo, e lo possono trasmettere ai pazienti). Intanto, comunque, nonostante sia ormai chiaro che la vaccinazione di massa a cui la popolazione italiana è stata costretta negli ultimi due anni non ha fatto diminuire né il numero di contagi né quello di decessi di persone con Covid (che, anzi, sono più ora che nel 2020, quando il vaccino ancora non c’era), la campagna vaccinale continua. Si sta inoculando la quarta dose agli anziani (finora, però, è un flop: in sei mesi l’ha fatta solo il 22% della platea, il 7% della popolazione; sotto i 60 anni l’ha fatta meno dell’1%), e in Piemonte dal 26 ottobre sono aperte - per gli over 60 e gli immunodepressi - le prenotazioni per la quinta. Nel Vercellese i “positivi” sono attualmente ancora circa un migliaio, di cui un terzo nel capoluogo, e la maggior parte di essi ha fatto due, tre, quattro o addiritura cinque dosi di vaccino. Il Ministero della Salute ha infine deciso di non diffondere più il bollettino quotidiano, ma dai dati aggregati risulta che anche ad ottobre - come già nei mesi precedenti - la maggior parte dei deceduti con Covid erano plurivaccinati. Ah, ma allora...
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