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Lupo-cane castrato e rimesso in libertà

E' stato catturato, reso infertile e liberato il primo lupo-cane ibrido in Piemonte. Si è così conclusa la prima campagna all'interno di una più ampia operazione per la neutralizzazione riproduttiva di un branco di ibridi in bassa Valle di Susa (Torino), condotta dall'Ente di gestione delle Aree Protette delle Alpi Cozie, dalla Città Metropolitana di Torino, dall'Università di Torino e dal Centro Animali Non Convenzionali. Tre giorni fa il lupo era stato preso nelle trappole allestite nel territorio di Villar Focchiardo (Torino) all'interno del Parco naturale Orsiera Rocciavré, nell'ambito della campagna svolta al contenimento dell'ibridazione lupo-cane che è stata documentata in un branco della bassa Val di Susa. L'equipe coordinata dal prof. Romolo Caniglia, in meno di 24 ha certificato l'ibridazione e il giovane lupo è stato infertilizzato dai chirurghi del CANC. In serata, munito di collare satellitare applicato dall'Università di Torino, è stato liberato dai guardiaparco e dagli agenti della Città Metropolitana in una zona vicina al luogo di cattura.

L’ibridazione lupo-cane

L’ibridazione lupo-cane è un evento per fortuna ancora raro in Piemonte, che si può verificare per esempio quando una femmina solitaria di lupo nel periodo del calore si accoppia con un cane di grossa taglia, magari perché a causa di un atto di bracconaggio è rimasta senza compagno, o perché in dispersione. Episodi di ibridazione possono infatti verificarsi anche in aree di recente ricolonizzazione da parte del lupo: una femmina in calore che attraversa un nuovo territorio, con pochi o anche nessun lupo maschio disponibile, ma con una popolazione di cani vaganti numerosa, può scegliere come partner un cane. Bracconaggio e randagismo possono quindi influenzare la formazione di ibridi in natura, così come la morte accidentale di un lupo o la presenza di cani vaganti, seppur di proprietà. Che aspetto ha un ibrido? Somiglia a Balto, l’ibrido più famoso del mondo, la cui storia vera è diventata un popolare cartone animato. Un lupo ibrido può avere un aspetto di un lupo un po’ “strano”, con caratteristiche differenti da quelle standard del lupo della popolazione italiana (per esempio pelliccia nera o pezzata, presenza dello sperone, unghie di colore bianco, etc.). L’ibridazione è un fenomeno presente in Appennino e raro sulle Alpi: quindi, attenzione! Quando si incontra un cane che assomiglia a un lupo, bisogna essere critici ed evitare di gridare “all’ibrido! all’ibrido!” perché nella maggior parte dei casi si tratta proprio di un cane e non di un animale da segnalare. Ma perché l’ibridazione è un problema?

Né lupi, né cani: animali senza identità

A causa degli incroci con il cane, il lupo rischia di perdere la sua identità genetica. Infatti se gli ibridi all’interno di una popolazione di lupo aumentano, il lupo come lo conosciamo noi finirebbe per scomparire, perdendo quei preziosi adattamenti acquisiti nel corso dei millenni attraverso la selezione naturale! Il comportamento degli ibridi è simile a quello dei lupi, specialmente se cresciuti in un branco, ma che potenzialmente potrebbe essere più temerario. L’aspetto di quegli esemplari più simili ai cani, potrebbe consentire a questi animali di avvicinarsi ai paesi e al bestiame senza destare allarme. Inoltre, i danni causati dagli ibridi e dai cani vaganti sono del tutto analoghi a quelli causati dal lupo ed è oggettivamente difficile distinguerli: di conseguenza, la gran parte dei danni viene attribuita al lupo anche quando questo non ne è responsabile, causando un aumento dell’intolleranza nei confronti della specie. Il Consiglio d'Europa raccomanda la gestione dell’ibridazione, per esempio con la cattura degli ibridi e il loro confinamento permanente in aree faunistiche autorizzate, come il Centro faunistico “Uomini e lupi” di Entracque. Quando questa soluzione non è praticabile, un’altra soluzione è la sterilizzazione e il rilascio degli animali in natura. Il primo progetto che ha affrontato il problema dell’ibridazione in Italia è LIFE Ibriwolf, attivo nella provincia di Grosseto, che ha redatto le linee guida di riferimento per la gestione del problema in Italia. Il progetto LIFE WOLFALPS lavora per il coordinamento delle aree faunistiche alpine e appenniniche con l’obiettivo di gestire attivamente questa problematica.
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