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I distretti industriali italiani battono la Germania nonostante la crisi

I distretti industriali italiani battono la Germania nonostante la crisi

repertorio

I distretti industriali italiani grazie alle esportazioni hanno resistito al peggiorato scenario generale per gli effetti dell'invasione russa in Ucraina. Sono riusciti ancora una volta a far meglio dei concorrenti tedeschi toccando nel primo semestre il nuovo record di 76 miliardi di export, in crescita del 17,7% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente e del 18,8% sui primi mesi del 2019. In confronto la concorrenza in Germania, sempre nel periodo gennaio-giugno 2022, nei settori di specializzazione distrettuale ha mostrato un progresso del 14,6% sul 2019, facendo peggio in gran parte dei settori. Secondo il Monitor dei distretti industriali a cura della direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo il rialzo dei prezzi alla produzione è nel complesso stato inferiore rispetto all'andamento dell'export dove altri Paesi hanno consentito di tamponare lo stop alle esportazioni verso la Russia. In testa come paesi di destinazione del made in Italy ci sono gli Stati Uniti (+1,8 miliardi rispetto ai primi sei mesi 2021), la Francia (+1,5 miliardi) e la Germania (+1,4 miliardi). Tutte le filiere distrettuali sono arrivate ai livelli pre-pandemici: in particolare spicca in positivo la Metallurgia (+77,6% rispetto ai primi sei mesi del 2019). Ma guardando alla seconda parte dell'anno il quadro è più fosco e il rallentamento generale già in corso in un quadro di domanda mondiale meno favorevole Il confronto con il primo semestre 2021 evidenzia comunque risultati positivi per tutte le filiere con la sola eccezione del settore automobilistico, dove sono calate le vendite sui mercati esteri (-3,1%). Tra i distretti che si sono messi in luce per aumento dell'export (in valore) rispetto ai primi sei mesi 2021 ci sono la filiera Metalmeccanica con i Metalli di Brescia, la Meccanica di Reggio Emilia, la Meccanica strumentale di Milano e Monza, i Rubinetti, valvole e pentolame di Lumezzane, la Metalmeccanica di Lecco e la Meccanica strumentale di Vicenza. Non mancano poi il Sistema Moda con la Pelletteria e le calzature di Firenze, l'Occhialeria di Belluno, l'Oreficeria di Arezzo, il Tessile e abbigliamento di Prato, il Tessile di Biella e l'Oreficeria di Vicenza, nonché il Sistema casa con le Piastrelle di Sassuolo e il Legno e arredo della Brianza. Nell'agro-alimentare poi i risultati di maggior crescita delle esportazioni sono stati dell'Alimentare di Parma, dell'ortofrutta del barese, del Prosecco di Conegliano-Valdobbiadene e dall'Alimentare napoletano.
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