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«Scusi, ce l’ha il super green pass?». «Certo, e forse ho anche il virus»

«Scusi, ce l’ha il super green pass?». «Certo, e forse ho anche il virus»

grafico positivi in Italia

Nel vasto campionario di assurdità pseudoscientifiche (leggasi: balle) propinateci in due anni di pandemia e purtroppo credute dai più, una delle più recenti - che arriva da veline ministeriali, e che entra direttamente nella top ten - è che «nei primi mesi del 2022 siamo riusciti a contenere la diffusione del virus grazie all’introduzione del super green pass». La norma che ha introdotto il super green pass, o “certificato vaccinale rafforzato”, è entrata in vigore il 6 dicembre scorso; da quella data sono state introdotte restrizioni per chi non lo possiede (non essendo vaccinato), mentre ai detentori è stata lasciata la più ampia libertà. Ebbene: il 6 dicembre in Italia c’erano circa 235 mila “positivi”, che da allora fino a fine gennaio sono progressivamente aumentati fino a 2,7 milioni - più che decuplicati - per poi diminuire (oggi siamo a circa 1,3 milioni). Negli ultimi due mesi e mezzo, quindi, mentre la percentuale di vaccinati (e possessori di super green pass) è costantemente aumentata, la curva dei positivi si è impennata fino a valori mai visti prima (anche a causa dei numerosissimi casi di Covid rilevati tra i bi- e tri-vaccinati), per poi diminuire: è evidente che tra curva dei vaccinati e curva dei “positivi” non c’è alcuna correlazione. Il super green pass, ideato da menti geniali come strumento per - citiamo dalla Gazzetta Ufficiale - «contenere la diffusione del contagio», ha ottenuto l’effetto opposto, contribuendo all’aumento dei casi di Covid. Da più di due mesi il bollettino settimanale dell’Istituto Superiore di Sanità certifica che le diagnosi di infezione da virus Sars-Cov2 sono sempre di più tra i possessori di super green pass: nel periodo 14 gennaio - 13 febbraio, ad esempio, su oltre 2,7 milioni di casi rilevati ben 2,1 milioni erano persone vaccinate (e quindi dotate di super green pass), che fino a un momento prima del tampone - eseguito, nella quasi totalità dei casi, quando i sintomi erano ormai evidenti - erano libere di portare il virus ovunque con la benedizione del Governo: luoghi di lavoro, mezzi di trasporto, bar, ristoranti, palestre, piscine, ecc.; se abbiamo ancora più di 50 mila nuovi casi al giorno, è perché il virus circola insieme al super green pass. Orbene: anche di fronte a questi dati, che dimostrano - se ancora ce ne fosse bisogno - che il super green pass non ha alcuna efficacia nel contenere la diffusione del virus, il Governo italiano (praticamente l’unico al mondo, ormai) continua a mantenere la normativa che discrimina tra chi ha il lasciapassare e chi no. Anziché tracciare i “positivi” e i loro contatti - a questo punto è possibile tornare a farlo - si è deciso che i “positivi” (inconsapevoli) possono entrare ovunque, basta che abbiano il super green pass. Ancora per un mese o più, insomma, continueremo a vedere baristi, ristoratori, commercianti, gestori di cinema, impiegati delle Poste, ecc. chiedere di mostrare il super green pass, e verificarlo, a gente che potrebbe essere positiva o negativa ma entra comunque, perché quel documento non certifica alcunché. Controlli inutili su un lasciapassare inutile: un evidente sintomo - stavolta, purtroppo, veritiero - di come questo Paese abbia deciso di rinunciare definitivamente ad usare il cervello.  (u.l.)
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