E' una banda composta da pregiudicati residenti nell'Alto milanese, conoscenti dei fratelli Cutrì, quella che lunedì scorso è entrata in azione per liberare l'ergastolano Domenico Cutrì attorno al quale si stanno stringendo le maglie delle ricerche dei carabinieri. I componenti del commando sono stati fermati dai carabinieri con l'accusa di procurata evasione, detenzione e porto di armi da guerra e clandestine. E all'azione avrebbe partecipato anche Daniele Cutrì, 23 anni, fratello di Domenico e di Antonino, 30 anni, rimasto ferito in modo mortale nella sparatoria con gli agenti di Polizia penitenziaria. Anche la fidanzata di Antonino, che è sospettata di aver avuto un ruolo logistico nella vicenda, è scomparsa, con il figlio di 5 anni: è introvabile, dopo aver lasciato la casa in cui vive con la madre dal giorno prima dell'azione. La donna sarebbe stata coinvolta dal compagno, ritenuto l'organizzatore dell'evasione e che era ossessionato dall'idea di liberare il fratello. Tre dei fermati sono stati rintracciati in un appartamento in provincia di Vercelli, dove si erano nascosti in seguito all'assalto. Ed è stata la segnalazione di un cittadino a tradirli, mentre abbandonavano in aperta campagna una valigia: dentro, medicinali e cibo destinati al fuggiasco. La scorsa notte sono stati interrogati per ore nella caserma dei carabinieri di Gallarate (Varese) e stamani, dopo che e' stato emesso il provvedimento di fermo nei loro confronti, sono stati portati nel carcere di Busto Arsizio. Il quarto componente catturato, Aristotele Buhne, nato a Napoli e residente a Turbigo, in provincia di Milano, e' stato fermato dai carabinieri del Ros fuori dal cimitero di Portici, dove era andato per portare dei fiori sulla tomba del nonno. Con il fermo dei presunti complici si stringe il cerchio attorno al pericoloso ergastolano Domenico Cutrì. Le indagini dei carabinieri, coordinate dal pm di Busto Arsizio Raffaella Zappatini, si concentrano in Piemonte. I Cutrì avrebbero utilizzato più di un covo, temendo che quello individuato inizialmente potesse essere 'bruciato' dalle ricerche dei carabinieri. Quello che ha liberato il detenuto sarebbe quindi un commando reclutato nel giro di conoscenze dei fratelli Cutrì, tra coetanei compagni di risse e di episodi violenti nel territorio dell'Alto milanese, dove risiedono tutti i fermati. Pregiudicati con alle spalle precedenti per droga, detenzione di armi o reati contro il patrimonio, che hanno messo in atto il piano per far evadere il detenuto, lui condannato all'ergastolo per aver fatto uccidere un rivale in amore nel giugno 2006. I componenti del commando sono entrati in azione lunedì scorso, attorno alle 15, sorprendendo gli agenti della polizia penitenziaria fuori dal Tribunale di Gallarate, dove Cutrì era atteso per una udienza. Dopo la sparatoria, i banditi in fuga avrebbero raggiunto il Piemonte, trovando rifugio in provincia di Vercelli.
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