Riapparendo, dalle profondità in cui l’hanno cacciata gli insuccessi, la questione “piccoli comuni: unione o fusione” sta ritornando perché la pandemia dovuta al Covid 19 ci sta lasciando in eredità, ancora dilagante purtroppo, quasi centomila decessi ed una precisa consapevolezza: da soli, come esseri umani, nulla possiamo per difenderci. Era abbastanza chiaro dai tempi dell’uomo delle caverne, ma poi diciamo che è stato un concetto abbastanza dimenticato. Oggi ci si rende conto che senza Europa mai si potrebbe uscire da questa crisi sanitaria, economica e sociale. Così come negli USA senza il governo centrale federale. Qui in Piemonte ci sono 1201 comuni, di cui 1186 piccoli comuni al di sotto dei 5mila abitanti. Ognuno dei loro sindaci si è mosso in modo autonomo, cercando di affrontare le questioni affidandosi alle disposizioni, governative e regionali. Ma ogni regione, avendo la competenza sulla questione sanità, grazie ad un folle federalismo, è andata a volte a braccetto a volte opponendosi al governo, con un buon caos totale. Intanto l’Italia ha il maggior numero di decessi in proporzione agli abitanti. Torniamo alla questione iniziale. Dunque, l’unione fra Comuni presuppone l’unificazione delle funzioni e dei servizi, tutti o parte di essi, allo scopo di risparmiare sulle spese gestionali e garantire un miglior servizio ai cittadini. L’aspetto giuridico dei singoli comuni non cambia. Non ha funzionato, perché rimangono i soggetti giuridici autonomi, i comuni. Fusione significa la sparizione dei singoli comuni, che andrebbero a fondersi in un nuovo Comune, con un nuovo statuto, dove è garantita la rappresentanza di tutte le comunità degli ex comuni. Un solo ente giuridico insomma. Quale è il più funzionale ed efficace rispetto alle necessità del territorio? Per capirlo abbastanza velocemente può servire l’elenco della problematica dei comuni della collina chivassese. Sono 9, Castagneto, Casalborgone, S. Sebastiano da Po, Lauriano, Monteu da Po, Cavagnolo, Brusasco, Brozolo e Verrua Savoia . Numero abitanti complessivo oltre 14mila. Una sola via di collegamento con Chivasso che è la prov. 590, Verrua e Castagneto a parte. Ciascun comune ha il proprio sindaco, il proprio consiglio comunale, la propria giunta, i propri impiegati, le proprie sedi istituzionali. I problemi comuni sono: Partecipazione a SETA (raccolta rifiuti); Acquedotto del Monferrato (con le falde vicine al deposito nucleare di SALUGGIA); Trasporti e viabilità (ferrovia Brozolo-Chivasso); Ambiente e patrimonio, (culturale, storico, naturalistico); Bonifica amianto. (tranne Cavagnolo); Futuro possibile deposito nazionale di scorie radioattivo nella zona Mazzè Caluso Rondissone); Fauna (dilagante sul territorio); Escavazioni (alla confluenza Po Dora Baltea); Sanità decentrata; Rsa; Banda larga; E naturalmente il problema occupazione e in generale i servizi forniti. E considerate che ogni giunta comunale costa circa 30mila euro all’anno. Se ne risparmierebbe una gran parte. All’incirca un milione di Euro in 5 anni, mal contati. I problemi sono comuni. Ora c’è la questione urgente del nuovo sito nazionale di stoccaggio delle scorie nucleari, zona Caluso Mazzè Rondissone. Ci coinvolge tutti? Si, abbiamo le falde acquifere dell’acquedotto del Monferrato a poche decine di metri dal sito di Saluggia. Nella confluenza tra Po e Dora Baltea vogliono fare escavazioni. E’ un problema che ci riguarda? Si, era considerata zona MAB-Unesco, patrimonio di tutti. Avere come unico centro per la sanità l’ospedale di Chivasso, cosa significa per gli abitanti della collina? Col senno di poi, si poteva provvedere diversamente negli anni passati? O almeno iniziare ora. Non possiamo affrontare questi problemi come singole amministrazioni, piccole e poco incisive. Divisi si perde (sempre). Ma uniti si vince (a volte). Il confronto con Città Metropolitana e Regione può essere dei 9 comuni che si incontrano con l’assessore, oppure è meglio un solo rappresentante che porta la voce dei 9 Comuni? La fusione non cancella tradizioni, associazioni, autonomia propositiva. Né rappresentatività. E proviamo a guardare al futuro. Alcuni studiosi parlano apertamente di necessità di un governo mondiale, cioè un unico governo per tutto il pianeta Terra, ad iniziare dal problema ambiente. E si è vista la differenza tra singolo Stato ed Europa proprio nell’emergenza pandemia: ce la possiamo fare da soli? A maggior ragione, avere remore di fusione tra paesini di 1500 abitanti che senso ha, oggi? Chi capirebbe dove finisce Cavagnolo e dove inizia Brusasco, se non vi fossero i cartelli? Quanto alla scelta che sarebbe una scelta irrevocabile, mi sa che l’unica cosa irrevocabile sia la morte. Cerchiamo di vivere bene.
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