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Sindacati: uniti su Electrolux, divisi su Fiat

Sindacati: uniti su Electrolux, divisi su Fiat

Susanna Camusso

Sindacati confederali uniti su Electrolux e divisi su Fiat. L'inedita compresenza dei segretari generali delle tre organizzazioni Cgil, Cisl e Uil, ospiti di Fabio Fazio a Che Tempo che fa, evidenzia una visione comune sul tema del costo del lavoro sollevato dalla vicenda di Electrolux, mentre marca le distanze di Susanna Camusso da Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti sul futuro della Fiat in Italia. E, in generale, riporta il pressing sull'azione del governo: "Il governo o fa un grande salto di qualità o non risponde più al Paese", afferma il leader della Cgil, Susanna Camusso. Mentre il leader della Uil, Luigi Angeletti, si dice "deluso di questi ultimi otto mesi. Si sono persi mille posti di lavoro ogni giorno. Se andiamo avanti così non vedo la necessità di avere questo governo". I toni sono concordi quando i sindacalisti segnalano che il problema in Italia non è solo legato agli alti salari rispetto ad altri Paesi anche europei come la Polonia, ma anche ai costi strutturali. E la soluzione deve comunque passare da un taglio delle tasse sul lavoro che pesano su imprese e dipendenti. "In Italia c'è una baraonda che dura da troppo tempo, costi e tasse sono altissimi per imprese e lavoratori ma ci sono anche costi di sistema mentre l'attenzione è sempre e solo sul salario", dichiara il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni che, reduce da un'influenza, interviene in collegamento da Roma sul tema Electrolux. "Si tende a far pagare agli operai tutte le contraddizioni del sistema Paese", dichiara Angeletti. "Risolvere il problema con i salari non è solo un'idea ingiusta ma non funziona", aggiunge. "Electrolux ha fatto profitti con i consumi degli italiani e con prodotti italiani. Possiamo iniziare a chiederci se c'è un margine di profitto corretto", interviene Camusso. "Bisognerebbe reintrodurre criteri di giustizia e uguaglianza, in Italia - rileva la leader della Cgil - si pagano troppe tasse sul lavoro. Prima bisogna tagliare le tasse poi serve una politica industriale". In ogni caso "una delocalizzazione fatta così è un guaio anche per i polacchi", aggiunge sulla ricerca del minor costo del lavoro in giro per l'Europa da parte di multinazionali come Electrolux. "Nella stessa Europa sta aumentando la competizione tra Paesi", osserva la sindacalista, convinta che "non si può inseguire questa logica, è sbagliata l'impostazione". Ma sulla vicenda Fiat restano le distanze con Cisl e Uil e Camusso conferma di essere "preoccupata" per il futuro dell'azienda in Italia, "perché i risultati che l'azienda vanta lasciano punti interrogativi su cosa farà" qui, oltre al fatto che "come italiana sono seccata che un'azienda storica di questo Paese faccia scelte sul piano fiscale che sottraggono risorse al nostro Paese e le spostano in altri. Non mi sembra un buon segno" la scelta del Lingotto, dopo la fusione con Chrysler, di spostare la sede fiscale in Gran Bretagna. Per Angeletti, invece, proprio il fatto che Fiat Chrysler sia "un'azienda più grande e più solida che ha un mercato nel mondo è la vera garanzia". Mentre Bonanni insiste sul fatto che "sta investendo miliardi in Italia" e invita a "guardare più alla luna che al dito".
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