Colpevoli. Amanda Knox e Raffele Sollecito sono stati condannati nel processo per l'omicidio di Meredith Kercher. Lo ha deciso la Corte d'assise d'appello di Firenze. La sentenza è arrivata dopo quasi 12 ore di camera di consiglio. Amanda è stata condannata a 28 anni e sei mesi e Sollecito a 25 anni. Divieto di espatrio per Raffaele Sollecito e nessuna misura cautelare per Amanda Knox. Lo ha deciso la corte d'appello di Firenze. L'ultima udienza del processo si era aperta stamattina con la difesa di Amanda. Raffaele Sollecito era in aula accompagnato dal padre Francesco. Il giovane non ha voluto fare dichiarazioni. Si è subito seduto sui banchi riservati alla sua difesa rimanendo a parlare con i parenti. Accanto a lui uno dei difensori, l'avvocato Luca Mauri, e i legali di Knox, gli avvocati Luciano Ghirga e Carlo Dalla Vedova. La giuria si è riunita in camera di consiglio alle 10.30. Il presidente Alessandro Nencini aveva sottolineato che non sarebbe uscito prima delle 17. Ma la camera di consiglio è durata molto più del previsto. Raffaele Sollecito è tornato in albergo in taxi, e non si è ripresentato in aula per la lettura della sentenza. Presenti invece il fratello e la sorella di Meredith Kercher. Amanda Knox, tornata negli Stati Uniti dopo l'assoluzione di secondo grado a Perugia, è invece a Seattle dove ha atteso la sentenza insieme con la madre. L'accusa chiedeva condanne a 30 anni per Amanda Knox (compresi i tre già definitivi per la calunnia a Lumumba) e 26 anni per Raffaele Sollecito. Il movente non sarebbe stato un gioco erotico finito male ma una lite legata anche a vecchie ruggini fra Amanda e Meredith per le pulizie di casa.
L'OMICIDIO
Meredith Kercher venne uccisa a Perugia la notte tra il 1 e il 2 novembre del 2007. Sollecito e Knox vennero condannati in primo grado ed assolti in appello, provvedimento dopo il quale furono scarcerati. Per il delitto sta invece scontando una condanna definitiva a 16 anni l'ivoriano Rudy Guede. Nel marzo 2013 la Cassazione ha annullato la sentenza di secondo grado e rinviato alla Corte d'appello di Firenze per un nuovo processo.
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