La fotografia dei medici dei pronto soccorso italiani è quella di un campo di battaglia. Da Nord a Sud sono rimasti talmente in pochi che le asl ricorrono agli appalti a cooperative e società per coprire i turni. Arrivano camici bianchi che le aziende ospedaliere non hanno modo di valutare, spesso senza nessuna specializzazione, o che non hanno mai messo piede in un reparto d'emergenza. Il problema sta diventando talmente grave da indurre il maggiore dei sindacati medici italiani, l'Anaao Assomed, a ricorrere alle diffide ad Asl e regioni di tutto il Paese per fermare i contratti a chiamata. "La presenza di neolaureati senza pratica clinica in pronto soccorso e sulle ambulanze è un fatto gravissimo, illegale e va impedito perchè mette a rischio la vita dei pazienti e riduce la sicurezza delle cure". La forte denuncia arriva dal segretario regionale del Veneto dell'Anaao Assomed Adriano Benazzato. "A partire è stato il Veneto nel 2016, ma ora si è diffusa in tutte le regioni la pratica dei camici bianchi con contratti libero professionali", spiega Benazzato, "è una pratica incostituzionale, illegale, che le asl non possono continuare a seguire perchè viola la legge dello Stato che obbliga ai concorsi per l'impiego nel pubblico. Il ricorso a quel tipo di contratto è stato dichiarato illegittimo anche dal Consiglio di Stato". Intanto se il Veneto è nei guai, il Lazio certo non ride e specialmente nei pronto soccorso fuori Roma la situazione è diventata insostenibile. E' di oggi la diffida inviata da Anaao Lazio alla direzione amministrativa dell'Asl Roma 5 Tivoli in seguito alla delibera, "al fine di scongiurare l'interruzione di pubblico servizio", per l'appalto di affidamento del servizio di turni di pronto soccorso. La gara è stata vinta dalla Società Heart Life Croce Amica per la durata presumibile di 5 mesi, per un numero di 230 turni di 12 ore ciascuno e per un corrispettivo complessivo di 143.449,50 euro. L'Anaao Lazio intima all'asl di annullare la delibera poichè "illegittima, in quanto dissimula un contratto di somministrazione di manodopera, la cui stipulazione è consentita esclusivamente alle Agenzie di lavoro iscritte all'Albo del Ministero, ed in possesso dei requisiti". "Anzichè dare 600 euro a turno a un medico preso in cooperativa, della cui preparazione non si sa nulla, i direttori generali potrebbero pensare a dei gettoni per quei camici bianchi con contratto nell'emergenza che guadagnano quattro soldi", commenta il segretario regionale di Anaao Lazio Guido Coen Particolarmente critica anche la situazione in Piemonte, il segretario regionale Chiara Rivetti racconta: "Come sindacato siamo stati chiamati da alcuni neolaureati (solo abilitati) molto allarmati perchè nonostante fossero stati reclutati per urgenze minori (codici bianchi e verdi) si sono ritrovati a dover affrontare emergenze più gravi, anche codici rossi". "Addirittura - continua - in un caso, un collega strutturato ha avuto un passaggio di consegne da un medico, fornito da una cooperativa, che neppure parlava italiano. Non si capisce come abbia potuto comunicare con i pazienti". Una delle società che partecipa con frequenza agli appalti delle asl nelle regioni è la Srl romana Medical line consulting: "Abbiamo 500 medici in tutta Italia, quando vinciamo una gara garantiamo i turni che ci chiedono - spiegano dall'azienda - e la qualità del medico. Il professionista deve avere specializzazioni o equipollenze. Le tariffe variano a seconda delle specializzazioni che hanno, se fanno un turno di 12 ore arrivano a prendere 500 euro lordi. In Molise abbiamo partecipato alla gara d'appalto in aprile per fornire degli specialisti, ma il Commissario ha bloccato tutto. Come valutiamo i nostri medici? Facciamo un colloquio al telefono".
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