Giovani gourmet crescono. I viaggi gastronomici alla scoperta di sapori esotici, che una volta si affrontavano in bastimento o sul dromedario, ora sono a portata di click. E basta una buona connessione web o uno smartphone per poter assaporare tra le mura di casa una gustosa amatriciana o un dietetico sushi consegnato dai tanti servizi di food delivery. Nuovi stili di vita stanno condizionando la frequenza e le occasioni di consumo, e su "Il futuro del cibo" si sono confrontati, nel corso dell'assemblea di Unione Italiana Food, i big dell'industria alimentare per concordare che la cucina, mai come ora, è un "Paese per giovani". "I ragazzi che oggi sono 18enni sono già esperti di cibo e cucina, si pensi alla Masterchef generation" ha detto Francesco Morace, Fondatore Future Concept Lab, nel sottolineare la velocità dei cambiamenti in corso. "Immaginavamo che l'aspetto salutistico del cibo si scindesse - ha aggiunto Carlo Alberto Pratesi dell'Università Roma Tre - dall'aspetto gourmet, e invece la ricercatezza nei prodotti alimentari, l'unicità di alcune produzioni, stanno diventando un driver molto importante". Secondo Marco Lavazza, presidente di Unione Italiana Food, "c'è una maggiore curiosità da parte del consumatore che vuole essere informato e le aziende hanno il dovere e la responsabilità di farlo. Sono diversi i modelli di approccio al cibo, i ritmi di vita sono cambiati. Viene chiesta una maggiore facilità di conservazione e disponibilità nel momento del consumo. In tutto questo il digitale sarà sempre più centrale. Continuiamo a investire nell'innovazione, la sola risorsa in grado di intercettare le nuove tendenze e tradurle in concreto". Le aziende del comparto alimentare stanno già investendo nella ricerca e nell'innovazione per andare incontro a queste nuove tendenze. "Rispetto al passato le aziende sono più interessate a investire e a parlare di sostenibilità, anche perché rilevano una maggiore sensibilità da parte del mercato" ha evidenziato Fabio Iraldo, professore della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa. "Le nuove generazioni - ha concluso il vice presidente dell'Associazione, Paolo Barilla - si dimostrano sì volenterose nel desiderio di cambiare le proprie abitudini in modo più sostenibile e favorevole all'ambiente, ma nella sostanza non sono consapevoli di quali debbano realmente essere gli obiettivi né che il loro raggiungimento passi anche dall'adozione di un sistema alimentare sostenibile. Ecco perché molto c'è ancora da fare per diffondere una consapevolezza corretta su questi temi".
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