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ROMA. Morto per circoncisione: in Italia ultima vittima nel 2016

ROMA. Morto per circoncisione: in Italia ultima vittima nel 2016
Due anni fa a Torino, prima a Bari e a Treviso. La circoncisione in casa, spiega Mustafa Qaddurah, pediatra e dirigente del Centro Islamico di Roma, è diffusa in tutta Italia e periodicamente uccide qualche bambino. "Secondo le stime della Caritas in Italia ci sono 1,7 milioni di musulmani. Non tutti - osserva Qaddurah, - hanno bisogno della circoncisione, ma possiamo stimare che debba farla un 2%-3% del totale. Alcuni tornano nei Paesi d'origine per l'intervento, ma si parla comunque di decine di migliaia di potenziali vittime in Italia. Noi cerchiamo di sensibilizzare chi frequenta il Centro Islamico dicendo che l'intervento è complesso e va fatto solo in ambiente ospedaliero, ma come si vede dalle cronache il problema esiste". Il medico rileva inoltre che "la circoncisione è un precetto della religione islamica così come di quella ebraica, con la sola differenza che per i musulmani non va fatta entro la prima settimana di vita. In Italia però può essere fatta solo privatamente, a costi spesso troppo alti, e quindi può capitare che le persone si rivolgano a questi sedicenti dottori presenti nelle comunità. Ai casi in cui il bambino muore, di cui si viene a sapere, si aggiungono disabilità permanenti o comunque ricoveri per setticemia". Due anni fa è successo a Torino, osserva Qaddurah, "ma bimbi morti ci sono stati in seguito anche a Treviso e a Bari, segno che il problema è diffuso su tutto il territorio. Noi del Centro Islamico di Roma abbiamo fatto appelli a diversi ministri perché intervenissero, ma senza esito. Nel Lazio siamo riusciti a ottenere che il policlinico Umberto I di Roma potesse fare l'intervento, ma a un costo di 460 euro che può essere comunque proibitivo. Il Piemonte si sta interessando della questione ma, a parte questa eccezione, non ci sono iniziative delle istituzioni, che invece sarebbero necessarie".
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