Ad influire maggiormente sulle scelte dei ragazzi relativamente al tipo di scuola da frequentare sono i genitori, influenza che aumenta con il trascorrere del tempo. E' la fotografia scattata dall'Indagine sul Profilo dei Diplomati 2018 di AlmaDiploma e AlmaLaurea. Lo studio evidenzia infatti che i diplomati attribuiscono particolare importanza al ruolo che i genitori esercitano sulla scelta del loro percorso scolastico. Tra genitori, altri familiari, parenti o conoscenti, compagni o amici e insegnanti di scuola secondaria di I grado, risulta che i pareri dei genitori sono stati considerati rilevanti dal 61,3% dei diplomati (il 22,2% li ritiene decisamente rilevanti e il 39,1% moderatamente rilevanti); seguono quelli dei docenti della scuola secondaria di I grado (42,1%). Se il grado di rilevanza dei genitori è sostanzialmente omogeneo tra i tre tipi di diploma, gli insegnanti di scuola secondaria di I grado sono stati ritenuti più importanti nella scelta dell'indirizzo di studio dai diplomati liceali (46,4%). Inoltre, i genitori influenzano maggiormente le scelte dei figli se sono in possesso di una laurea (il 67,5% dei diplomati con genitori laureati dichiara che i propri genitori hanno avuto un ruolo rilevante rispetto al 55,9% di chi ha genitori con titoli inferiori al diploma) e quando ricoprono posizioni professionali di alto livello (65,7% rispetto al 56,3% di chi svolge un lavoro esecutivo). L'Indagine conferma poi la relazione fra contesto familiare di provenienza e scelta del tipo di scuola secondaria di II grado. Ancora oggi, la quota di diplomati con genitori in possesso di titoli di laurea è massima fra chi ha frequentato i licei classici (62%) e scientifici (43,9%), si riduce fra gli istituti tecnici (16,9% tecnico tecnologico e 14,8% tecnico economico) e i professionali (dall'11,0% del professionale per i servizi all'8,9% del professionale per l'industria e l'artigianato). Analogamente gli indirizzi liceali classici e scientifici si caratterizzano per una forte presenza di studenti di estrazione elevata (49,3% e 35,5% rispettivamente) e una sotto-rappresentazione dei figli delle classi meno avvantaggiate (9,6% per i primi e 13,8% per i secondi)
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