"Non compreremo altri F-35. Stiamo valutando se mantenere o tagliare i contratti in essere". Il ministro della Difesa Elisabetta Trenta torna a parlare della scelte che il governo gialloverde dovrà fare in merito ai caccia di ultima generazione, ribadendo quanto già aveva fatto nella sua prima intervista a 'Defense News': quello degli F35 è un "programma che abbiamo ereditato" dal precedente governo e per questo "lo valuteremo tenendo conto dei ritorni industriali e dell'interesse nazionale". "Siamo sempre stati critici del programma, nessuno lo nasconde - ha sottolineato oggi in un'intervista a Omnibus su La7 che ha poi pubblicato su Facebook -. E proprio per questo non compreremo nuovi caccia". Ma non solo: "alla luce dei contratti in essere già siglati dal precedente esecutivo - spiega infatti Trenta - stiamo portando avanti un'attenta valutazione che tenga esclusivamente conto dell'interesse nazionale". Questo perché, sottolinea ancora il titolare di via XX Settembre, "potremmo scoprire che tagliare costa di più che mantenere e bisogna analizzare bene le implicazioni del tagliare" poiché "ci sarebbero delle forti penali. Senza dimenticare, poi, che intorno all'F-35 c'è un indotto di natura tecnologica, di ricerca e occupazionale che taglieremmo a sua volta. Quindi occorre valutare bene il costo del mantenere e del tagliare prima di decidere". Parole che trovano l'apprezzamento del vicepresidente della Commissione difesa del Senato, Daniela Donno, esponente di quei cinquestelle che più volte in campagna elettorale hanno detto che avrebbero cancellato il programma. "Condivido in pieno le sue dichiarazioni - dice Donno - è logico che il nuovo governo rivaluti con attenzione e sguardo nuovo i costi e i benefici di un programma militare di tale entità prima di decidere se e come portarlo avanti". Dunque è "giusto fermare l'acquisizione di nuovi aerei e capire come gestire gli ordini già in essere". Secondo Giuseppe Civati, fondatore di Possibile, le cose non stanno come dice il ministro. Anzi, "è difficile individuare delle differenze tra Pinotti e Trenta". E poi spiega: "non ci sono penali da pagare per quanto riguarda lo stop all'acquisto degli F-35. La relazione della Corte dei Conti dello scorso anno evidenziava che la 'partecipazione nazionale al programma non è soggetta a penali contrattuali' e denunciava soltanto che lo spreco è in fase molto avanzata. Quindi o ha sbagliato la Corte dei Conti o la ministra della Difesa Trenta sta cercando giustificazioni per proseguire il piano". E anche la motivazione della "tutela dell'occupazione - conclude Civati - è una giravolta rispetto a quanto diceva il Movimento 5 Stelle appena un anno fa. Un suo illustre esponente, Alessandro di Battista, scriveva l'8 agosto 2017 che 'i posti di lavoro creato da questo programma sono pochissimi'".
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