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ROMA. Elezioni: affluenza ha retto, alla Camera circa 73%

L'affluenza ha retto e sarà uno degli elementi di analisi delle elezioni politiche 2018. Il dato sulla partecipazione è stato pari a circa il 73% (quando mancano alcune centinaia di comuni), pochi punti percentuali in meno rispetto al 76,4% registrato alle politiche del 2013, anche se è bene ricordare che in quell'occasione le urne furono aperte per due giorni. Ma da sottolineare è anche la estrema vicinanza dell'affluenza di oggi con quella archiviata nel 2014 in occasione delle europee, che aveva raggiunto il 58,7%. La percentuale dei partecipanti al voto evidenzia un incremento anche nelle regionali, vale a dire Lombardia e Lazio, alle prese con l'elezione dei nuovi governatori. Il dato non ancora definitivo in Lombardia ha fotografato un'affluenza intorno al 74,6% (1.516 i comuni chiamati al voto), più contenuto rispetto al 76,7%. Nel Lazio (378 comuni) ha votato poco meno del 70% degli aventi diritto, dato di qualche punto inferiore rispetto al 72% del 2013. In Lombardia la città con il più alto livello di affluenza l'ha registrata Brescia (oltre l'80%) seguita da Monza e Brianza (poco meno dell'80%), seguita da Bergamo (a quasi il 79%). Nel Lazio la percentuale di votanti più alta è stata registrata a Roma, con oltre il 77%, seguita da Viterbo (poco più del 77%) e Rieti (quasi il 73%). A livello regionale la classifica dei territori che hanno avuto un'affluenza più alta vede ai primi posti il Veneto (che sfiora il 79%), l'Emilia Romagna, con il 78,5%, la Toscana (quasi il 78%). Tra le regioni con un'affluenza più ridotta figurano la Sicilia, fotografata a poco oltre il 63%, preceduta dalla Calabria (63,7%%), dalla Sardegna (65,2%) e dalla Campania (67,7%%). Molto simile l'andamento registrato nei capoluoghi di regione, con Bologna (80%), Perugia (78%) e Padova (oltre l'80%)%). Nelle retrovie la partecipazione al voto di Palermo (62,5% circa), di Benevento (73%)%) e Cagliari (67%)%). Il dato dell'affluenza al voto - diversamente da quanto sembrava rispetto ai dati precedenti alla chiusura, vale a dire le scadenze delle 12 e delle 19 - è in linea con altre scadenze istituzionali di rilievo, come ad esempio il referendum costituzionale del 4 dicembre del 2016. Anche se in quell'occasione si è raggiunta una percentuale del 65%, conteggiando però elettori residenti in Italia e all'estero. Un altro dato utile per comprendere meglio la tendenza sull'affluenza al voto sono le elezioni amministrative del 2015, che ha visto alle urne il 64,92% degli aventi diritto al primo turno, mentre alle Regionali si è toccato un più risicato 53,9%. Quella volta, sia per le comunali che per le regionali, i votanti al primo turno (che si tenne il 31 maggio), fecero segnare un incremento costante dalle ore 12 alle 23, passando da una percentuale del 20,27% a una più sostanziosa 64,92. Stessa tendenza alle regionali, per le quali alla scadenza delle ore 12 aveva visto la partecipazione al voto del 15,75% di aventi diritto. Tornando alle elezioni politiche del 2018, è bene ricordare che il numero di elettori ha riguardato 50,7 milioni di italiani, di cui oltre 46 milioni aventi diritto a votare anche per il Senato.
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