Nuovo ruolo per l'Autorità garante per l'infanzia e l'adolescenza, alla quale spetterà d'ora in avanti il compito di monitorare lo stato di attuazione delle norme in materia di tutori volontari di minori stranieri non accompagnati, con la collaborazione dei garanti regionali e delle province autonome che, periodicamente, dovranno presentare all'Autorità una relazione sulle attività realizzate. Lo prevede il decreto legislativo n. 220 del 2017, pubblicato ieri in Gazzetta Ufficiale, che contiene una serie di disposizioni correttive e integrative della normativa di settore. "Si tratta di un compito importante - commenta la Garante Filomena Albano - che ci permetterà di verificare l'efficacia del sistema di tutela volontaria introdotto con la legge 47/2017, evidenziando le buone prassi, le eventuali criticità e i correttivi da introdurre. Allo stesso tempo questo ruolo valorizza la prerogativa di organismo terzo e indipendente propria dell'Autorità, attribuendo ai garanti regionali il compito di dare attuazione alle disposizioni in materia di selezione e formazione dei tutori volontari. Con ciò favorendo anche lo spirito di collaborazione e condivisione". Per la Garante il decreto legislativo "è complessivamente un buon testo, perché interviene a integrare la normativa vigente e perché è il frutto di un lavoro che ha visto la collaborazione sinergica degli attori del sistema, delle commissioni parlamentari e dei ministeri competenti. Apprezzo in particolare - sottolinea - il fatto che nel testo sia stata inserita la norma che attribuisce al Tribunale per i Minorenni la competenza a nominare il tutore volontario e che sia stata introdotta la precisazione, così come avevo chiesto in sede di audizione parlamentare, che nel procedimento di nomina il giudice minorile opera in forma monocratica. Tuttavia - conclude la Garante - restano ancora diverse altre questioni aperte. Mi riferisco alla necessità di prevedere quanto prima misure concrete di supporto al tutore nello svolgimento dei compiti che gli vengono affidati, introducendo la possibilità di ricevere copertura assicurativa, di beneficiare di permessi di lavoro e di poter ottenere un rimborso delle spese vive sostenute. Il rischio è che, in assenza di un intervento del legislatore in tal senso, tante persone, pur animate da spirito di solidarietà e partecipazione, non si sentano sufficientemente incentivate a farsi avanti".
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