Il ministro della Giustizia Andrea Orlando ha chiesto al suo omologo tedesco che la Germania dia esecuzione alla sentenza per I dirigenti della ThyssenKrupp condannati per l'incidente accaduto nel dicembre 2007 nello stabilimento di Torino, nel quale persero la vita 7 operai italiani. Il processo in Italia si è recentemente chiuso ed alcuni dei dirigenti della società sono stati ritenuti colpevoli con sentenze confermate anche dalla Cassazione. Per Harald Espenhahn (condannato a nove anni di reclusione) e Gerald Priegnitz (condannato a sei anni) è stata chiesta l'estradizione in Italia, ma questa è stata dichiarata non ammissibile in quanto sono entrambi di cittadinanza tedesca. Nei primi mesi del 2017 l'Italia ha quindi chiesto all'autorità giudiziaria tedesca di riconoscere la sentenza ed eseguire in Germania la relativa pena a carico delle due persone coinvolte. Richiesta ora rinnovata da Orlando che a margine della riunione del Consiglio GAI in corso a Lussemburgo, ha incontrato il suo omologo tedesco Heiko Maas. Orlando, al suo omologo tedesco Heiko Maas, ha chiesto l'interessamento per la pronta esecuzione della sentenza Thyssen. Maas si è impegnato a svolgere nel più breve tempo possibile un approfondimento sulla questione, al fine di poter dare riscontro alla richiesta italiana. Al termine del colloquio, Orlando gli ha consegnato una lettera che riepiloga i principali passaggi della vicenda. "Il ministro Orlando ha accolto la nostra richiesta, ora però bisogna aspettare la risposta dei tedeschi. Queste persone devono pagare". Così Graziella Rodinó, mamma di Rosario, uno dei sette operai morti dieci anni fa nel rogo dello stabilimento ThyssenKrupp di Torino, commenta così l'appello del ministro della Giustizia italiano. "Per noi è una ferita ancora aperta - aggiunge -. Ogni giorno vado al cimitero a trovare mio figlio. Ogni giorno spero venga fatta giustizia". "I responsabili devono pagare, devono finire in carcere". "Eseguire la sentenza anche in Germania è un atto dovuto. È un'ingiustizia che i due manager tedeschi, Harald Espenhahn e Gerard Priegnitz, siano ancora in libertà. È un'ingiustizia anche nei confronti dello stato italiano". Antonio Boccuzzi, parlamentare Pd, unico superstite del rogo Thyssen, commenta così l'appello del ministro Orlando. "Auspichiamo che la sentenza venga applicata anche per chi, sino ad ora, è riuscito a evitarla", aggiunge.
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