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ROMA. Cittadinanzattiva, fino a un mese per farmaci necessari

ROMA. Cittadinanzattiva, fino a un mese per farmaci necessari
Un paziente su 10 spende oltre 1000 euro al mese di tasca propria per far fronte a terapie, pannoloni, badanti e fisioterapia. E spesso a causa di ritardi nelle forniture, al punto che si può attendere oltre un mese per ottenere farmaci indispensabili. E ancora, Centri diurni per l'autismo mancano nel 40% delle regioni mentre ci sono appena 4 Centri Alzheimer nella popolosa Campania a fronte degli oltre 100 in Veneto. E' un'assistenza territoriale a macchia di leopardo quella che emerge dal "Monitoraggio dei servizi sul territorio, fuori dall'ospedale dentro le mura domestiche", realizzato da Cittadinanzattiva - Tribunale per i diritti del malato. "La confusione, la difformità, i ritardi e l'iniquità nell'offerta che abbiamo rilevato sono causa di profonde disuguaglianze" e per questo, chiede il coordinatore nazionale del Tribunale per i diritti del malato Tonino Aceti, "anche per i servizi sanitari territoriali sono necessari standard nazionali qualitativi e quantitativi". Secondo l'indagine condotta attraverso questionari somministrati ad assessorati, asl e pazienti, un cittadino su 4 attende più di 30 giorni per un materasso antidecubito, così come per traverse e pannoloni; uno su 3 aspetta un mese per ricevere una carrozzina, uno su 10 attende fino a un mese per farmaci necessari. Grandi le differenze anche per quello che riguarda l'assistenza fornita in caso di gravi malattie. Solo il 60% delle regioni afferma di avere Centri diurni per le persone con autismo, sul proprio territorio: ce ne sono 309 in Veneto e 136 in Emilia Romagna, seguono a molta distanza Puglia e Umbria (entrambe con 6). I Centri diurni per la salute mentale sono in media 30 per Regione ma si va dai 3 del Molise ai 69 della Toscana passando per i 21 di Puglia e Piemonte. I Centri per l'Alzheimer vanno dai 109 del Veneto ai 4 della Campania, regione persino più popolata del Veneto stesso. Le Residenze Sanitarie Assistenziali sono più numerose in Veneto (789), Piemonte (605) e Toscana (319) ma, nelle restanti regioni il numero di RSA è in media meno di un decimo della Toscana. Quanto a infermieri e fisioterapisti che si recano a domicilio, circa il 14% dei cittadini ha incontrato criticità nell'attivazione del servizio. Di fronte a questo quadro, "è urgente - precisa Aceti- che si faccia quanto si è fatto per gli ospedali", ovvero "definire gli standard qualitativi, strutturali, tecnologici da garantire a tutti i cittadini in tutto il Paese: dal nord al sud, nelle grandi città come nei piccoli centri e nelle aree interne più disagiate".
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