Riparte tra nuove polemiche lunedì, all'Unione Industriale di Torino, il negoziato tra Fiat e sindacati per il rinnovo del contratto in vigore in tutti gli stabilimenti del gruppo, sia dell'Auto sia di Cnh Industrial. Negli Usa, intanto, Sergio Marchionne cerca di chiudere la lunga e complicata partita con il fondo Veba che ancora detiene il 41,5% di Chrysler: un accordo permetterebbe di evitare l'Ipo della casa di Detroit aprendo le porte alla fusione tra la Fiat e la controllata americana. A Torino lunedì gli incontri saranno due: alle 9,30 l'azienda vedrà la Fiom, alle 14,30 i sindacati firmatari del contratto del 2011, Fim, Uilm, Fismic, Ugl e Quadri, che hanno chiesto di aprire la trattativa sulla parte economica relativa al biennio 2014-15. La richiesta è di altri 90 euro, dopo i 40 già definiti per il 2013 nell'accordo di marzo. I sindacati, che contano di chiudere la partita entro l'anno, chiederanno alla Fiat anche un aggiornamento sugli investimenti in corso, con un occhio alla data di inizio dei lavori di ristrutturazione a Mirafiori e al futuro di Cassino, unica fabbrica italiana rimasta senza una chiara mission. Maurizio Landini, che sarà presente all'incontro con la Fiat, avrebbe voluto che il tavolo fosse unico e minaccia di portare gli altri sindacati di fronte al giudice se, nonostante la sentenza del 23 luglio della Corte Costituzionale, continueranno ad escluderla. Fim e Uilm continuano a ribadire che la condizione è che la Fiom firmi il contratto e aderisca alla piattaforma. "Noi difendiamo il contratto che significa investimenti ed occupazione. La Fiom fa l'esatto contrario mettendo di fatto costantemente a repentaglio questi valori", afferma Rocco Palombella, segretario generale della Uilm. "Ci giunge voce che la Fiom, come è solita fare - aggiunge Palombella - minacci di andare in tribunale, perché non può sedersi con noi. Ma è una conseguenza logica della sua ennesima scelta di non firmare il contratto in questione. I contratti sono accordi tra le parti ed i metalmeccanici della Cgil sono venuti meno. Come si può ambire a stare accanto a parti che la Fiom attacca politicamente e con ricorsi nelle aule giudiziarie. Un comportamento che non ha nulla di sindacale e che va anche oltre da anni lo stesso spazio Fiat".
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