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PALERMO. Morto Plebe: l'allievo Puglisi, non fu mai un ortodosso

PALERMO. Morto Plebe: l'allievo Puglisi, non fu mai un ortodosso

armando plebe

"Armando Plebe fu un personaggio poliedrico. Ma soprattutto non fu mai fascista, forse neppure comunista". Così lo ricorda Gianni Puglisi, rettore dell'Università Kore di Enna e presidente della Fondazione Sicilia, che di Plebe (morto stanotte a Roma) fu allievo e tra il 1968 e il 1974 assistente all'Università di Palermo. "Plebe - dice - è stato un intellettuale di grande vivacità culturale del Novecento. Il caso ha voluto che nascesse nella stessa piazza di Alessandria dove era nato Umberto Eco. Due figure molto diverse ma fondamentali per la cultura italiana". Con lui, secondo Puglisi, scompare "un grande studioso che ha saputo attualizzare temi cruciali, dalla filologia classica all'estetica". Il suo allievo descrive Plebe come una figura "non ortodossa": né come studioso (famoso il suo processo all'Estetica che lo divise da Croce) né come politico. Dopo gli esordi in campo liberale, si schierò a sinistra in tempi "in cui l'Italia esprimeva un sistema bipolare". Ma il Sessantotto cambiò radicalmente la sua visione politica. "La svolta - ricorda Puglisi - maturò in occasione di un'assemblea alla facoltà di Lettere e Filosofia di Palermo. Non gli venne data la parola con la motivazione che c'era bisogno non di 'comunisti professori' ma 'professori comunisti'. Plebe rispose che c'era bisogno solo di                 professori. Cominciò così il suo nuovo percorso che, dopo un avvicinamento al Psdi di Saragat, lo portò al Msi. Ma anche lì si ritagliò il suo spazio di libertà come dimostra la sua attenzione ai grandi temi civili".
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