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ROMA. Piano lupo: Enpa, nuova versione documento è 'più letale'

ROMA. Piano lupo: Enpa, nuova versione documento è 'più letale'

Lupo

Ci sarebbe una "nuova versione, ancora più letale" del Piano di conservazione e gestione del lupo, "datata 25 gennaio 2017 e mai inoltrata dal Ministero ai rappresentanti del mondo ambientalista e animalista", che prevede "di uccidere i lupi per non meglio precisati e fantomatici motivi 'scientifici' e la possibilità di ammazzarli a fucilate nei parchi". Lo afferma l'Ente nazionale protezione animali (Enpa) in vista "dell'epilogo "decisivo giovedì prossimo, 23 febbraio, quando il documento tanto caro al Ministro Galletti sarà esaminato nuovamente dalla Conferenza Stato-Regioni" dopo il rinvio di inizio febbraio.

"Contrariamente a quanto dichiarato dal Ministro Galletti - osserva l'Enpa -, dopo un regime di protezione durato oltre 45 anni, ci troveremmo ad assistere ad un vero 'tiro al piattello', sarebbe caccia selvaggia". Che si tratti di "prelievi, abbattimenti scientifici o spari nei parchi, Enpa chiede con un mail bombing che ogni ipotesi di uccisione dei lupi sia cancellata una volta per tutte dal Piano". 

"Il Piemonte si schieri immediatamente a favore dell'adozione del 'Piano nazionale per la conservazione e la gestione del lupo' del ministero dell'Ambiente elaborato dall'Ispra". A chiederlo è Roberto Barbero, presidente provinciale di Torino della Cia-Agricoltori italiani.

Barbero ha guidato con il direttore regionale, Giovanni Cardone, e una rappresentanza dei pastori e di amministratori locali delle Valli Pellice e Chisone, una delegazione che ha incontrato l'assessore regionale Alberto Valmaggia.

Nei giorni scorsi, Valmaggia, in occasione dell'esame del 'Piano lupo', nella Conferenza Stato-Regioni, aveva posizionato il Piemonte a fianco di altre Regioni italiane nella richiesta di fermarsi per effettuare ulteriori approfondimenti.

"Viviamo da reclusi a 2.000 metri di altezza, dove rumori e luci della città sono lontanissimi - dicono agricoltori e margari - e abbiamo paura per i nostri bimbi, che sino a pochi anni fa giocavano sereni fuori dalle baite mentre ora non li possiamo più perdere di vista".

Nell'incontro la Cia ha inoltre contestato i numeri ufficiali diffusi dal progetto Life WolfAlps, secondo il quale in Piemonte sarebbero attivi 21 branchi, di cui 7 in provincia di Torino e 14 in provincia di Cuneo, per un totale di 80-90 capi. Secondo i dati dell'associazione, nella sola provincia di Torino da dicembre 2001 a oggi sono stati rinvenuti i corpi di 70 lupi morti. Sul territorio torinese ci sarebbero quindi 17 branchi, per un totale di almeno 100 esemplari, senza contare gli animali in dispersione.

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