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ROMA. Protezione civile: Curcio, "prevenzione è il nostro punto debole"

Il sistema italiano di risposta alle emergenze "è un'eccellenza, siamo leader mondiali, lo dicono le altre Nazioni. Dietro la risposta operativa non c'è l'improvvisazione italica, ma un lavoro costante. Poi se vogliamo fustigarci, facciamolo. Siamo invece più deboli sulla prevenzione. Per mettere in sicurezza il territorio servono piani pluriennali, non si può farlo in un anno. Ci vuole una pax generale, l'emergenza non è di destra o di sinistra, la messa in sicurezza del Paese conviene a tutti". Lo ha detto il capo della Protezione civile, Fabrizio Curcio, intervenendo alla presentazione del libro 'Italiani con gli stivali', di Erasmo D'Angelis, il coordinatore della struttura di Palazzo Chigi 'Italia Sicura' per la lotta al dissesto idrogeologico.

"Occorre - ha spiegato Curcio - fare un'agenda seria con le priorità e lavorare su queste con un cronoprogramma. L'Italia ha tutti i tipi di rischio, dal sismico a quello idrogeologico come abbiamo visto nei giorni scorsoi e non possiamo scoprirlo solo quando c'è l'emergenza".

Più che di maggiori poteri alla Protezione civile, ha sottolineato il capo del Dipartimento, "c'è da potenziare gli strumenti di tutta la filiera che interviene, a cominciare dal territorio e quindi dai sindaci. Non è un solo soggetto che risolve. Il coordinamento è fondamentale ma ognuno deve fare il proprio".

Quanto al testo delega di riforma della Protezione civile, che il Senato potrebbe approvare nei prossimi giorni, Curcio ha ricordato che "qualunque buona legge nasce da un confronto e questo è un buon momento per sbloccare il processo".

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