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10 Gennaio 2017 - 16:32
E' stata dichiarata inammissibile e quindi respinta l'istanza di ricusazione avanzata da Rocco Schirripa, accusato per l'omicidio del procuratore di Torino Bruno Caccia e finito al centro di un errore di procedura della Procura di Milano, nei confronti del gip Stefania Pepe, il giudice che accogliendo l'istanza dei pm che si sono mossi per sanare il vizio procedurale, ha disposto il processo con rito immediato per il panettiere di 64 anni, ora in carcere.
L'inammissibilità dell'istanza, depositata dalla difesa rappresentata dagli avvocati Mauro Anetrini e Basilio Foti, è stata dichiarata dalla quinta sezione della Corte d'Appello di Milano.
Per Schirripa, arrestato un anno fa e che era a processo da luglio, lo scorso 30 novembre è stato azzerato il dibattimento in corso perchè è venuto a galla, su richiesta del legale dei familiari di Caccia, l'avvocato di parte civile Fabio Repici, che esisteva un precedente fascicolo a carico dell'uomo (archiviato nel 2001) e del quale la Procura non aveva chiesto la riapertura delle indagini, come da codice. Tale vizio procedurale ha portato all'azzeramento del processo e al ritorno alla fase delle indagini, ma su richiesta del pm della Dda Marcello Tatangelo il gip Pepe (sempre lo stesso gip anche del primo procedimento) ha emesso una nuova misura cautelare considerando valide la gran parte delle prove già raccolte e Schirripa e' rimasto in carcere. Lo stesso giudice, poi, ha accolto la richiesta di giudizio con rito immediato e il 10 febbraio prossimo partirà il secondo processo all'uomo.
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