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12 Dicembre 2016 - 14:53
Roma-Ostia Lido e Circumvesuviana si confermano le tratte ferroviarie più problematiche d'Italia e sul podio sale quest'anno la Reggio Calabria-Taranto mentre in Abruzzo, Basilicata e Sicilia viaggiano i treni più vecchi. Lo afferma Legambiente che come ogni anno, all'entrata in vigore dell'orario invernale, lancia la campagna Pendolaria, con una prima analisi della situazione del trasporto ferroviario pendolare in Italia mentre l'analisi puntuale dei finanziamenti e dei processi organizzativi verranno presentati a gennaio 2017.
"Complessivamente dal 2010 a oggi, dopo la riduzione dei trasferimenti da parte dello Stato, si stimano tagli nel servizio regionale del 6,5% e negli intercity del 19,7%" rileva Legambiente. Le dieci linee peggiori sono state scelte in base a criteri relativi alla qualità del servizio, alle proteste degli utenti per ritardi e tagli dei treni, alla tipologia dei treni utilizzati sia per capienza sia per età, alla disponibilità di orari adatti all'utenza pendolare, alla frequenza dei convogli, alla condizione delle stazioni.
Il rapporto Pendolaria 2016 rileva che mentre cresce ancora l'offerta del servizio ad alta velocità (+276% dal 2007 sulla Roma-Milano), le condizioni in molti casi continuano a peggiorare per chi si muove sulla rete secondaria, sugli intercity e sui regionali dove invece si sono ridotti i treni (in 15 Regioni) o sono state aumentate le tariffe (in 16 Regioni).
Nella classifica, al quarto posto c'è la linea Messina-Catania-Siracusa, seguita dalla Cremona-Brescia, dalla Pescara-Roma; al settimo posto si sono i collegamenti per Casale Monferrato, con la linea per Vercelli e quella per Mortara dalla Casale Monferrato chiuse a seguito del tagli decisi dalla Regione Piemonte; la tratta Bari-Martina Franca-Taranto si colloca al ottavo posto poi la Treviso-Portogruaro e al decimo posto si piazza la Genova-Acqui Terme.
Nel complesso, in Italia sono quasi 3.300 ogni giorno i treni del servizio regionale, ricorda Legambiente. Il 69% dei treni in circolazione supera i 15 anni d'età, con differenze marcate tra le regioni del centro-nord e quelle del sud. Nel dettaglio, la regione con la più alta età media dei treni è l'Abruzzo, con 24,1 anni seguito dalla Basilicata con una età media dei treni di 23,3 anni e dalla Sicilia, con 23,2. L'età media nazionale è pari a 17,2 anni, migliorata rispetto allo scorso anno (era 18,6), per gli investimenti di alcune Regioni, per i nuovi contratti di servizio con Trenitalia che prevedono la sostituzione di 450 treni e, in alcuni casi, per la dismissione di quelli più vecchi (Puglia e Lombardia).
"Per i prossimi anni non sono previsti finanziamenti per aumentare i treni in circolazione, con la conseguenza che nelle tratte non ad Alta Velocità si rischiano ulteriori tagli nel servizio" sottolinea Legambiente secondo cui "occorre garantire gli stessi standard di sicurezza e qualità su tutte le linee del Paese", per cui "il nuovo Governo deve individuare le risorse per il rilancio del trasporto pendolare e procedere al commissariamento dove le Regioni non sono in grado di garantire il servizio".
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