Una lettera, inviata ai vertici della Fim-Cisl e Uilm-Uil modenesi per "ribadire le proprie ragioni per non aver firmato l'accordo" e chiedere di "ridiscutere l'ammortizzatore sociale con l'azienda e tutte le organizzazioni sindacali unitariamente". A spedirla è la Fiom-Cgil di Modena che non ha firmato, nei giorni scorsi, l'accordo per il contratto di solidarietà alla Maserati come fatto dalle altre organizzazioni sindacali. Nei giorni scorsi, si legge in una nota del segretario della Fiom-Cgil di Modena, Cesare Pizzolla "i sindacati Fim-Cisl Uilm-Uil e Fismic hanno firmato l'accordo per il contratto di solidarietà in Maserati Auto per 8 mesi a partire dal primo dicembre 2016, per dare continuità agli ammortizzatori sociali necessari a fronteggiare la situazione di mercato. La Fiom-Cgil è stata, ancora una volta, esclusa da questa discussione in quanto coinvolta solo dopo che l'azienda e le altre organizzazioni sindacali avevano convenuto l'accordo". Malgrado il giudizio "positivo sul nuovo ammortizzatore sociale", la Fiom-Cgil "non condivide però l'impianto del Contratto di Solidarietà proposto dall'azienda e condiviso dalle altre organizzazioni sindacali, e per questo non lo ha firmato". Nel contratto di solidarietà, viene osservato, "aumenta il numero dell'esubero del personale, seppur momentaneo, dichiarato dall'azienda, che diventa di 150 addetti, mentre - si legge ancora nella nota della Fiom - in questi mesi si era sempre parlato di 120 esuberi, da cui andavano decurtati i 41 lavoratori oggi collocati in Ferrari Auto e circa una decina collocati in modo definitivo in altri stabilimenti del Gruppo Fiat, portando perciò l'esubero effettivo a 70 addetti".
Di fatto, prosegue la nota, "la dichiarazione di 150 esuberi in luogo dei 70, condivisa dalle altre sigle sindacali, permette all'azienda una gestione del Contratto di Solidarietà con una riduzione dell'orario di lavoro medio di quasi il 60% per i 251 addetti dello stabilimento Maserati di via Ciro Menotti che saranno coinvolti dal nuovo ammortizzatore: ciò peggiorerà le condizioni soggettive di ogni lavoratore rispetto al già pesante impatto della Cigo utilizzata sinora, che però non aveva mai superato il 50% di riduzione oraria nel mese". Quindi, conclude il sindacato modenese, "tale riduzione dell'orario di lavoro oltre il 50%, oltre che far perdere maggiore salario diretto, impedirà anche la maturazione di tutti gli istituti differiti".
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