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22 Ottobre 2016 - 11:26
immigrazione
L'Europa è paralizzata dai veti dei Paesi dell'Est e Italia, Francia e Germania sono pronte ad unire le forze per avviare un piano di rimpatri dei migranti irregolari. L'accordo è stato trovato oggi alla riunione dei ministri dell'Interno del G6 a Roma tra Angelino Alfano, Bernard Cazeneuve e Thomas De Maziere. Intanto, al termine del Consiglio europeo di Bruxelles, il premier Matteo Renzi continua ad attaccare: "sull'immigrazione qualche parola buona c'è stata ma le parole non bastano, noi ci aspettiamo i fatti". E nel Canale di Sicilia si continua a morire: sette cadaveri sono stati recuperati oggi al largo delle coste libiche durante una serie di operazioni di soccorso coordinate dalla Guardia Costiera, che hanno consentito di salvare oltre 3.300 persone dirette verso l'Italia.
In assenza di fatti concreti a Bruxelles, dunque, Italia, Francia e Germania puntano a coordinare le misure nazionali per rimandare in Patria chi è arrivato nei tre Paesi senza avere lo status di richiedente asilo. Contemporaneamente, Roma, Parigi e Berlino chiederanno un impegno "serio e massiccio" della Commissione europea e del Servizio esterno dell'Ue per incrementare da subito i rimpatri volontari e assistiti.
Con i ricollocamenti praticamente fermi (solo 1.318 profughi sono stati trasferiti finora dall'Italia rispetto ai 40mila in due anni previsti dal Piano Juncker), rimandare indietro chi si trova in posizione irregolare diventa essenziale per alleggerire la pressione migratoria. Quest'anno sono sbarcati in 150mila sulle coste italiane: la quota maggiore (il 21%) è rappresentata da nigeriani; ci sono poi tanti gambiani, senegalesi, ivoriani.
Tutte nazionalità che non rientrano automaticamente tra quelle per le quali è prevista la concessione dell'asilo. Riuscire ad attivare un numero consistente di voli di ritorno - naturalmente sempre con l'accordo di quei Paesi - è dunque un obiettivo importante.
"Noi, insieme a Francia e Germania - ha spiegato Alfano - abbiamo deciso di diventare il motore che attiva i rimpatri dei migranti irregolari, che finora sono stati un punto molto debole dell'Europa". Di questo, come dell'altro tasto dolente, i mancati ricollocamenti, oggi ha discusso a Roma anche il commissario Ue all'immigrazione, Dimitris Avramopoulos, presente alla riunione del G6. Lui, ha precisato il ministro, "dà una spinta molto forte, ma a volte gli egoismi non nascono dalla Commissione, ma dagli Stati nazionali. La speranza è che prevalga il buonsenso, perché sarebbe assurdo immaginare che dopo tutto quello che l'Italia ha fatto non venga ricambiata con il ricollocamento di migliaia di migranti".
"Il punto che mi sembra finalmente buono - ha osservato da parte sua Renzi da Bruxelles - è che tutti hanno capito che se vogliamo risolvere a monte il problema, occorre un diverso rapporto con l'Africa. C'è una disponibilità della Commissione a lavorare di più, verificheremo a dicembre". Il presidente è tornato poi a chiedere "una procedura di infrazione per i paesi che che non stanno rispettando gli impegni sull'immigrazione", non per l'Italia.
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