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ROMA. Salone Libro: 70 editori ribelli, solidali con Torino

ROMA. Salone Libro: 70 editori ribelli, solidali con Torino

Salone del libro

"Siamo per la conservazione del patrimonio torinese, continuiamo a portare                 la nostra solidarietà al Salone del Libro di Torino". Lo dice Isabella Ferretti - editrice della 66thand2nd, portavoce del gruppo di oltre 70 editori indipendenti 'ribelli', gli 'Amici del Salone di Torino' costituiti in associazione dall'8 settembre - dopo il tramonto di un Salone evento unico a Torino e Milano. "La compagine editoriale che noi rappresentiamo punta a un progetto che abbia a cuore il lettore, piuttosto dimenticato nelle dichiarazioni di questi giorni. In un momento di crisi editoriale se non si guarda ai lettori ci troveremo tra un anno nella stessa situazione. Si possono staccare tanti biglietti di una fiera, ma la lettura può restare quella che è" spiega la Ferretti. "E' un peccato che non si sia trovato un accordo perché una collaborazione tra Milano e Torino era possibile, però nello spirito di non buttare via quello che negli anni si era costruito. La spaccatura ricadrà sugli editori perché non possiamo andare a due Saloni nel giro di un mese: ad aprile a Milano e a maggio a Torino. Partecipare a tutti e due non sarà possibile. A fine marzo, poi, a Milano ci sarà la terza edizione di Book Pride e noi editori indipendenti la sentiamo una manifestazione molto nostra" sottolinea la Ferretti. "Del progetto di Milano non sappiamo ancora nulla di preciso. Aspettiamo che venga presentato e nessuno di noi esprime un no aprioristico. A Torino dobbiamo incontrare la Fondazione del Libro che ora deve formalizzare tutta una serie di attività" spiega la Ferretti che con gli 'Amici del Salone di Torino' sarà il 28 settembre a Bologna all'incontro organizzato dall'Aie con i medi e piccoli editori. "Anche chi ha dato le dimissioni dall'Assemblea dei Soci Aie è socio effettivo ancora per tutto l'anno. E' importante andare a sentire cosa si dirà. E' un incontro che si doveva fare molto tempo fa" spiega la Ferretti e sottolinea: "Noi non chiediamo genericamente di essere ascoltati, ma vorremmo avere una parte attiva e pensiamo di poter essere una voce in più".
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