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23 Agosto 2016 - 17:35
Guardia di finanza
Nel 2015 la Guardia di Finanza ha scovato 61 miliardi sottratti dagli evasori al fisco: un risultato mai raggiunto in passato dagli uomini delle Fiamme Gialle. A rielaborare i dati della Finanza e della Corte dei Conti è la Cgia di Mestre, la quale ricorda che sempre lo scorso anno tra evasori totali paratotali, lavoratori in nero e irregolari sono state scoperte oltre 32 mila posizioni irregolari.
Complessivamente, negli ultimi 15 anni l'attività della Guardia di Finanza contro gli evasori ha consentito di portare a galla quasi 506,5 miliardi di euro e di scovare oltre 509.000 evasori. In sostanza, ogni giorno le Fiamme gialle hanno sottratto agli evasori 92,5 milioni di euro di imponibile.
L'Associazione artigiani e piccole imprese ricorda tuttavia che una cosa è l'imponibile accertato, altro è la riscossione effettiva, ovvero quanto viene effettivamente incassato dal fisco dopo i vari livelli di giudizio. Secondo gli ultimi dati messi a disposizione dalla Corte dei Conti nella "Relazione sul rendiconto generale dello Stato 2015", infatti, negli ultimi anni l'incidenza della riscossione sull'accertato di competenza è in costante aumento: nel 2015 ha raggiunto il picco massimo del 14,8 per cento che in termini assoluti corrisponde ad un "incasso" di circa 9,8 miliardi di euro.
"Pur riconoscendo il risultato ottenuto - afferma Paolo Zabeo, coordinatore Cgia - rimane ancora molto lavoro da fare.
Non dobbiamo dimenticare che le ultime stime elaborate dall'Istat ci dicono che l'economia sommersa, che include l'evasione da sotto-dichiarazione, da lavoro irregolare e da altre forme di evasione - si aggira ogni anno attorno ai 191 miliardi di euro pari all' 11,9 per cento del Pil italiano. Nel 2015,come dicevamo, grazie all'operato della Guardia di Finanza ne sono emersi 61 miliardi. Vale a dire il 32 per cento circa del totale stimato".
L'Ufficio studi della Cgia calcola che secondo gli ultimi dati resi noti dall'Istat sulla "Economia non osservata nei conti nazionali", di questi 191 miliardi di euro di valore aggiunto generato dall'economia sommersa il 52,1 per cento è ascrivibile all'attività sotto-dichiarata dagli operatori economici (pari a 99,4 miliardi), il 37,7 per cento al lavoro irregolare (che corrisponde a 71,9 miliardi di euro) e il restante 10,2 per cento ad altre componenti, come i fitti in nero e le integrazioni domanda-offerta (pari a 19,5 miliardi).
Il lavoro irregolare in Italia ammonta a circa 3 milioni e mezzo di persone. Il 71,5 per cento è costituito da lavoratori occupati in prevalenza come dipendenti (pari a 2 milioni e mezzo circa). Incidenze molto elevate di irregolarità occupazionale si registrano nei servizi alla persona (45 per cento), nell'agricoltura (17,6 per cento), nel commercio/ristorazione (15,6 per cento) e nelle costruzioni (15,4 per cento).
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